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Vincenzo Musacchio
PORTOCANNONE – Sto girando tutto il Molise in lungo ed in largo ottenendo grandi soddisfazioni nella divulgazione della cultura della legalità e della lotta alla corruzione, nonché nella difesa del territorio e della salute pubblica. Ovunque vada, soprattutto i ragazzi, mi chiedono come mai il mio paese non sia schierato con Giada. Fino ad oggi non mi sono mai espresso anche se ho sempre detto e scritto che occorre attendere le indagini ed il pronunciamento della magistratura. Ma ieri mi sono convinto (non posso dire il perché) che una bambina, di soli 13 anni, del mio paese, nel quale sono nato e cresciuto con principi e valori sani e forti, ha subito violenza: una violenza orribile persino a dirsi.
Dal momento che non ho mai seguito e mai seguirò la strada del silenzio o peggio dell’omertà, sento la necessità, prima come cittadino e poi come divulgatore di legalità, di prendere una posizione netta. Non mi interessa alcun aspetto accessorio del caso, io giudico solo il fatto, il suo autore e la sua vittima (chiaramente ancora da accertare giudizialmente). Il silenzio non mi appartiene, non appartiene alla mia personalità. Chi mi conosce lo sa. Chi tace o non denuncia colpe o delitti altrui, per paura, per salvaguardare qualche interesse o per un incompreso senso d’onore o di appartenenza, a mio giudizio, sbaglia. Voglio precisare che a volte il silenzio può essere molto pericoloso.

Per me, ad esempio, è pericoloso sia il silenzio di un compagno di classe che non difende un altro che fa il prepotente stando zitto, sia quello di chi è testimone di un delitto e non lo denuncia. Una persona omertosa per la legge è un complice ed ha una colpa pari a quella di chi si è comportato in modo illecito, e anzi forse più grave perché stando in silenzio fa in modo che l’altro continui le sue azioni criminose e quindi anch’egli è responsabile. Io da cittadino di Portocannone sto con Giada e non con Marino. La pedofilia è un comportamento che va combattuto con tutte le “armi” possibili, in primis, con l’educazione alla verità. Sotto questo aspetto il Vescovo di Termoli è stato chiarissimo e non lascia alcun dubbio in merito all’accaduto (non a caso ha applicato la pena della sospensione a divinis).

Vorrei chiudere con le parole di Oriana Fallaci: “Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre”. Portocannone, il mio paese, è un luogo di grandi valori e di gente onesta e laboriosa e non posso accettare che sia criminalizzato per l’opinione o le omissioni di pochi. Io come cittadino e come padre sto con Giada e con tutte le Giada vittime di esseri che di umano hanno ben poco.

(Vincenzo Musacchio)