
Di recente un lucido commentatore politico ha riferito questo complessivo sfascio dei partiti alle “ scissioni sociali che sono avvenute in questi anni in un’Italia affacciata sul vuoto dell’azione politica”. Se pertanto i partiti si sono trasformati sempre più in piccole tribù autoreferenziali e la politica in genere ha messo in evidenza la sua incapacità a trasmettere messaggi forti di rinnovamento, il cemento vero è diventato il micro interesse ed i tanti “micro narcisismi collettivi” che rendono difficile qualunque aggregazione duratura.
Con la duplice negativa conseguenza: da un lato, di lasciare alla Magistratura una supplenza che mostra limiti oggettivi proprio perché segue logiche non politiche e delegittima di fatto quel poco che ancora esiste della Politica; dall’altro determina il crollo della partecipazione, anche a livello locale, che suona come la risposta ad una rappresentanza inadeguata e, nel suo complesso, inconsistente e distonica. Quello che è sotto gli occhi di tutti e che già oggi non è solo un rischio ma una difficile realtà è quindi la concreta scissione tra l’elettorato e chi non è in grado di offrirgli una possibilità di scelta. Esattamente il presupposto di una fragile e pericolosa Democrazia con sempre meno popolo. Oreste Campopiano (Resp. Naz. Problemi dello Stato PSI)