“Anche il Molise è nuovamente sotto attacco, come dimostrano i progetti che prevedono la realizzazione di un impianto per la produzione di ecoballe nel territorio di Mafalda, di due parchi eolici, rispettivamente a Campomarino e Portocannone, e il contestatissimo progetto “South Beach” che mira a cementificare un tratto di costa molisana”.
TERMOLI – “Tra i primi provvedimenti favorevoli del Ministero della Transizione Ecologica, presieduto dall’ex responsabile innovazione di Leonardo S.p.A., ben 11 nuovi pozzi per l’estrazione di gas e di greggio in mare e in terraferma.
Dura presa di posizione della Campagna “Per il Clima, fuori dal Fossile”: «altro che transizione ecologica, il nuovo Ministro Cingolani getta subito la maschera e fa intravedere cosa intende il governo Draghi per svolta “green”; avanti tutta con il fossile».
Un regalo alle grandi compagnie estrattive, come ENI, che mina alla base le politiche di riduzione dei gas climalteranti.
La Campagna “Per il Clima, fuori dal Fossile” – a cui aderiscono oltre 60 comitati e associazioni che in tutta Italia si battono contro trivelle, gasdotti e centrali termoelettriche – interviene in modo deciso sulle prime mosse del Ministero della Transizione Ecologica. Si tratta dei provvedimenti favorevoli di compatibilità ambientale (VIA) per 11 nuovi pozzi di estrazione di idrocarburi sparsi tra terra e mare in Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Sicilia.
Alcuni di questi progetti, 7 per la precisione, erano stati presentati tempo fa da ENI (3), Po Valley Operations PTY Ldt (2) e SIAM S.r.l. (2). L’iter di approvazione era stato bloccato proprio dal Ministero dell’Ambiente, fino all’arrivo di Cingolani che ha dato semaforo verde. Tra l’altro questa accelerazione avviene mentre si sta discutendo del rinnovo del PITESAI, il Piano per la Transizione Ecologica e Sostenibile, che dovrebbe ridefinire le aree del territorio nazionale in cui sono consentite o meno le attività di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi.
Il governo Draghi getta la maschera ancora prima di averla indossata – attaccano i comitati della Campagna “Per il Clima, fuori dal Fossile” – perché con questi provvedimenti si comincia a dare il via libera alla falsa transizione energetica, quella che assumendo il metano come fonte energetica primaria, abbinato magari all’idrogeno come vettore e ai pozzi di stoccaggio di CO2 (come il progetto CCS di ENI a Ravenna), mira a mantenere in piedi le filiere di estrazione dei combustibili fossili e con esse a salvaguardare monopoli e profitti delle grandi compagnie come ENI e SNAM. Stiamo attraversando una crisi ecologica e climatica gravissima che provoca disastri continui, ne è un esempio la pandemia in corso. Eppure si continua imperterriti con scelte politiche e industriali scellerate che minano alla base la possibilità concreta di raggiungere gli obiettivi di riduzione drastica delle emissioni climalteranti indicati dall’IPCC come priorità urgente e necessaria.
Per i comitati “climatici” il problema è molto chiaro: non si tratta solo dei rischi e delle criticità insiti in ogni singolo impianto estrattivo, ma soprattutto del fatto che il metano, apparentemente più “pulito”, rappresenta in realtà una minaccia per il clima tanto quanto il carbone. Molti studi scientifici dimostrano infatti in modo inequivocabile come l’estrazione, il trasporto e lo stoccaggio di gas naturale sono soggetti ad enormi perdite fuggitive. Il gas tal quale emesso in atmosfera provoca un effetto serra molto più potente e duraturo della CO2.
Tra pochi giorni il governo provvederà a trasmettere il Recovery Plan all’Europa, senza che ci sia stato il ben che minimo coinvolgimento dei territori e degli Enti Locali, né un dibattito in Parlamento, proseguono i comitati della Campagna. Si tratta di decine di miliardi di euro pubblici di cui non si sa nulla su come il Governo intende spenderli. Dovrebbero essere impiegati prioritariamente per la transizione ecologica, quella vera, per la sanità, l’istruzione e il welfare.
Invece, proprio da queste scelte si intuisce come il nuovo Ministero avrà la funzione di sottomettere definitivamente la tutela dell’ambiente allo “sviluppo economico”, secondo quel modello “fossile” che ha generato la crisi e che è funzionale all’accumulazione di enormi profitti da parte della finanza e delle grandi multinazionali.
Anche il Molise è nuovamente sotto attacco, come dimostrano i progetti che prevedono la realizzazione di un impianto per la produzione di ecoballe nel territorio di Mafalda, di due parchi eolici, rispettivamente a Campomarino e Portocannone, e il contestatissimo progetto “South Beach” che mira a cementificare un tratto di costa molisana.
Draghi e Cingolani sappiano che i comitati e le associazioni sono pronti a dare battaglia in ogni territorio.”
Comitato “I Discoli del Sinarca” e Trivelle Zero Molise