
TERMOLI – Nel teatro della politica termolese, assistiamo a un balletto senza precedenti, dove strategie e tattiche si intrecciano in una danza che tiene incollati alla scena cittadini e aspiranti protagonisti. Con fughe in avanti che ricordano i colpi di scena dei migliori gialli e programmi che sembrano labirinti senza uscita, il panorama politico locale si trasforma in un palcoscenico affascinante quanto caotico.
Da una parte, i solisti, audaci interpreti che avanzano con la certezza di rappresentare una platea forse ancora inconsapevole di essere parte dello spettacolo. Dall’altra, il pubblico, osservatore attento ma confuso, chiamato a decretare chi, tra questi artisti del compromesso e dell’audacia, meriti l’ovazione finale.
In questo intricato valzer di alleanze e programmi in perpetua riscrittura, emerge il desiderio latente di una politica che danzi al ritmo delle reali necessità cittadine. E mentre Termoli attende di scoprire chi indosserà la fascia di Sindaco, si diffonde la sensazione che, forse, il miglior candidato potrebbe essere colui che, più che guidare la danza, sa ascoltare la musica delle esigenze comuni.
“In questa commedia politica, chi conquisterà il palco?” si chiedono i cittadini. Mentre i venti di cambiamento sussurrano promesse lungo le coste, la risposta sembra librarsi nell’aria: “Te lo do io il Sindaco!” – un finale ancora tutto da scrivere in questa eterna danza della politica termolese.
