TERMOLI _ 1. ServizioÉ parola primaria e irrinunciabile nell’agire politico. Non si può esercitare la pubblica autorità per farsi strada, ma solo per fare strada ai poveri; e non perché serve ad un gruppo o ad un clan, ma per il bene comune. La riprova di un impegno politico condotto secondo la logica del servizio sarà la gratuità come libertà dal potere, come capacità di usare il potere senza esserne usati, senza che alla fine neanche un soldo si sia attaccato alle mani.

2. SaggezzaL’esercizio del discernimento è impresa alta e delicatissima per i detentori dell’autorità politica, che hanno bisogno continuo di tenacia per cambiare le cose che è giusto e possibile cambiare, di pazienza per accettare le cose che non si devono o non si possono cambiare, e di sapienza per distinguere le prime dalle seconde.
3. Coraggio – Fare politica è una scelta che costa tempo, energie e continua abnegazione e comporta rischi, sacrifici e dolorose rinunce. Si richiede perciò una elevata dose di coraggio per buttarsi nella mischia del confronto, per sottoporsi al giudizio sovrano del popolo e per esporsi al vento della critica, anche quando questa risultasse infondata o ingenerosa.

4. DemocraziaIl potere deve essere esercitato non solo per il popolo ma con il popolo. Ciò comporta, oltre al rispetto per il responso delle urne, la sollecitazione del parere popolare e l’attenzione costante a non manipolare mai le coscienze. Comporta pure il “buon gusto” di passare la mano quando si è obbligati a farlo per via elettorale, ma anche quando si avverte che è ora di non ostacolare il ricambio e di favorire l’alternanza. Il politico di razza è colui che dimostra di saper vivere anche senza fare più politica diretta, ma con la fierezza di averla fatta con scienza e coscienza.

5. Dialogo – Colui che rappresenta il popolo e in suo nome esercita l’autorità non può non essere un artista del dialogo su tutto e con tutti, specialmente con gli avversari che egli non potrà considerare mai né come concorrenti né tanto meno come nemici. Nella lotta politica si asterrà dall’usare argomenti polemici rivolti direttamente a mettere in cattiva luce un avversario politico agli occhi dell’opinione pubblica, come pure, anziché spendere energie nel demonizzare l’avversario, si impegnerà a non attaccarne pregiudizialmente le posizioni e cercherà di far capire le proprie.

6. LaicitàIl credente sa bene che nella comunità civile si deve con ogni sforzo evitare il clericalismo, secondo cui la Chiesa essendo autorevole nella fede, sarebbe autorevole su tutto. Il laicato cattolico non può eludere le proprie responsabilità finché o in attesa che i vescovi parlino, anche quando non sono tenuti a parlare o è meglio che non parlino.

7. PoveriNon ci si può trincerare dietro l’alibi troppo comodo che i poveri non ci sono più. Anzi, nella cosiddetta società dei due terzi, in cui due su tre stanno bene e per le regole democratiche sono in maggioranza, bisognerà evitare che la minoranza povera non sia adeguatamente rappresentata e tutelata nei fondamentali diritti di una vita a misura d’uomo.

8. CompetenzaIl vero politico dimostra competenza e professionalità, senza diventare un professionista della politica. Se è un giovane disoccupato, si troverà prima un lavoro e solo dopo si impegnerà in politica. Se esercita una professione, non si illuderà che, per es., basta essere un bravo commercialista per essere un bravo assessore alle finanze.

9. DonnaÉ da lamentare una diffusa latitanza delle donne nella vita politica, eppure diceva già don Sturzo: “Non è da disdegnare l’ausilio delle donne sagge poiché vedono le cose da un punto di vista che può sfuggire agli uomini”. Le donne hanno forse scarso fascino per le ideologie, ma attenzione intuitiva alle persone più che agli schieramenti, senso della concretezza e molteplicità di interessi che le rende più libere dalla tentazione del potere.

10. TensionePerché la politica non degeneri in cinica gestione del potere, si richiede una forte tensione ideale. Occorre realismo nel verificare le condizioni di fattibilità e coraggio nell’adottare le scelte concrete. Ma proprio per questo è indispensabile un progetto alto e un grande ideale. Per questo l’autentico uomo politico non potrà mai ridurre a basso voltaggio l’alta tensione tra i valori di riferimento e i provvedimenti più minuti, e non potrà mai togliersi quella che A. Moro chiamava “la spina dell’inappagamento”.

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3 Commenti

  1. Caro Don Marcello, grazie per il decalogo, è perfetto! Penso che applicando questo decalogo c’è un problema: con grandissima difficoltà, per le prossime elezioni comunali di Termoli, si riuscirà appena a costituire una sola lista di trenta candidati. Allora che fare?
    Cordialità

  2. Si parla tando dei politici….ma io credo che questo decalogo debba essere attentamento letto e “seguito” dai CITTADINI….che poi si impegnano in politica. Il politico non è un marziano che viene da chissà dove…è una persona “normale” che decide di dedicare del tempo e dele energie alla politica…se il cittadino non ha spirito di servizio, di dilaogo, attenzione al sociale, ai poveri etc non sarà un buon politico. Basta con i luoghi comuni.Guardiamo dentro di noi…solo così possiamo cambiare il mondo.