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L'incontro sulla Sanità (Galleria Fotografica)TERMOLI – Si è tenuta ieri, presso la sala sacro cuore di Via Argentina, a Termoli, l’assemblea pubblica popolare sulla difesa della sanità bene comune. L’evento è stato organizzato dalla R@P Molise e dai Comitati e le associazioni che aderiscono a “Occupy CB”. L’iniziativa nasce sull’onda dell’attacco che governo, nazionale e regionale, stanno perpetrando ai danni dei beni comuni e della sanità pubblica. A Termoli, in particolare, verranno chiusi importanti reparti ospedalieri inferendo un colpo mortale a quella struttura. L’interesse è molto alto, tant’è che La sala è gremita di cittadini ed esponenti di associazioni e comitati. Si intravedono significative e numerose presenze di personale medico e di operatori socio-sanitari, operanti nelle strutture pubbliche molisane. Si distinguono, inoltre, nell’uditorio, diverse presenze sindacali e politiche, nonché ex amministratori locali e regionali.

Negli interventi che si susseguono il messaggio che si evidenzia è chiaro e univoco: la sanità non deve essere trasformata in merce, ma deve rimanere bene comune di tutta la collettività. La volontà governativa nazionale che tende a far lievitare i costi dei ticket per rendere sempre meno fruibili ed appropriati i servizi sanitari pubblici (in particolare dopo l’approvazione della Legge Balduzzi) ed a favorire l’accreditamento di strutture sanitarie private, di fatto, trasforma il diritto alla salute ad un prodotto del mercato, facendone venire meno i presupposti di diritto sancito dalla costituzione. Non sfugge ovviamente a questa involuzione neppure la bistrattata sanità molisana, specialmente dopo la gestione del decennio di Iorio ed oggi di Frattura, dove permane ancora una gestione particolaristica e clientelare delle politiche sanitarie mentre nessuna seria razionalizzazione ospedaliera e nessuna attivazione di medicina sul territorio sono state implementate. Attualmente i privati convenzionati sono oltre il 30% del fondo sanitario e i tempi di attesa nel pubblico sono inaccettabili. Tutto vuole fare in modo di favorire sempre più la porzione del profitto privato, che già oggi drena dal fondo sanitario circa 170 milioni di euro. Questo non farà che accrescere i costi sanitari e i conseguenti e futuri aumenti verranno scaricati interamente sugli utenti.

La richiesta dell’assemblea popolare, composte dalla Rete per l’Autorganizzazione Popolare (R@P) e i comitati e le associazioni aderenti a OCCUPY CB ribadiscono le richieste già espresse. Ovvero, la riduzione della quota di privati accreditati e convenzionati con il Sistema Pubblico Regionale che non deve superare il 15% e che prima di tagliare servizi pubblici vengano tolte le convenzioni e gli accreditamenti dei privati.
 

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Investimenti nel pubblico per renderlo sempre più efficiente ed, infine, attivare tutti i sistemi di controllo per eliminare sperperi, sprechi e clientelismi dalla Sanità pubblica e privata. Dunque è necessaria una ristrutturazione ed una riorganizzazione profonda del sistema sanitario, che vada in una direzione di una gestione pubblica e partecipata dai cittadini nella programmazione, nell’attuazione e nel controllo. Va doverosamente rilevato, infine, che biasimo e dissenso sono stati espressi riguardo l’operato oltre che dell’attuale governatore Frattura, del quale se ne chiedono le dimissioni -primo fautore di questa deriva politica- , ed anche degli attuali omertosi e ignavi parlamentari molisani, che nulla di concreto fanno se non scaldare poltrone ed avallare tacitamente le dissennate e liberistiche politiche del governo Renzi.

L’assemblea pare davvero determinata e combattiva, pronta a dare battaglia su tutti i fronti per difendere il diritto costituzionale alla salute e respingere con forza quella visione “americanista” di società che piace tanto ai “moderni” esponenti del PD renziano, che invece produce solo mercato selvaggio insieme a povertà economica e povertà di diritti per gli esseri umani. Altre iniziative sono già in programma da parte dell’assemblea. Il cammino continua e insieme anche la lotta, che dovrà vedere il coinvolgimento e la mobilitazione crescente dei cittadini molisani.

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