CAMPOMARINO _ Si è chiuso martedì 30 novembre, il ciclo di incontri di formazione per gli addetti agli Sportellli Linguistici arbëreshë del Molise. Il corso, al quale hanno partecipato anche numerosi uditori, è stato avviato nei mesi scorsi a Campomarino e Portocannone nella sede dei caffè letterari. Qui i docenti Luis De Rosa e Genti Bedalli hanno impartito ai cultori della lingua arbëresh lezioni di linguistica, letteratura e cultura arbëreshë. L’ultima fase dei corsi si è svolta a Montecilfone dove, nei locali del municipio, il professore Italo Costante Fortino dell’Università Orientale di Napoli e la professoressa di madre lingua albanese Merita Bruci, hanno approfondito gli argomenti sviluppandoli su due segmenti diversi.

In modo particolare il corso di lingua base tenuto dalla professoressa Bruci è stato seguito oltre che dagli addetti ai lavori anche dal personale della Pubblica amministrazione, da alcuni allievi delle scuole secondarie e da studenti universitari di fuori regione. L’iniziativa promossa dall’Associazione Rivista Kamastra, leader nella valorizzazione delle Minoranze Linguistiche, mira a raggiungere gli obiettivi della Legge 482 del 1999 che negli articoli 9 e 15 consente agli alle Regioni, Comuni, Province, di svolgere le attività di promozione linguistica attraverso progetti che mirano a collegare i parlanti con le amministrazioni, facilitando l’uso della propria lingua, in questo caso l’arbereshe, nei contesti pubblici.

Tali iniziative – aggiunge la fondatrice di Kamastra, la professoressa Fernanda Pugliese, ideatrice e curatrice di tutti i progetti regionali sino ad ora approvati dal Ministero, sia per la lingua arbëreshë che croata, – arricchiscono le nostre comunità che, in questo modo possono valorizzare le proprie potenzialità culturali”. “I centri di lingua e cultura arbëreshë e croata possiedono un patrimonio antico di inestimabile valore che devono mettere a frutto per due motivi sostanziali – continua la Pugliese. Il primo motivo è la doverosa riconoscenza verso chi nel corso dei secoli ha saputo tramandare tale preziosa eredità. Il secondo motivo è assolvere il proprio dovere di cittadinanza veicolando i saperi linguistici per contribuire alla crescita culturale, civile e sociale delle comunità che, in virtù di tali prerogative, possono trovare i giusti motivi per creare occasioni di sviluppo anche economico.”

Le politiche linguistiche minoritarie sembrerebbero fuori luogo nell’epoca della globalizzazione, invece esse esistono e vanno perseguite con coraggio e consapevolezza”, ribadisce il sindaco di Montecilfone Franco Pallotta, in veste di capofila delle attività progettuali, concorda con il sindaco di Campomarino Gianfranco Camilleri, con il collega di Portocannone Luigi Mascio e con il commissario prefettizio di Ururi Massimo De Stefano. “Siamo sulla stessa lunghezza d’onda, rappresentiamo una peculiarità, lavoriamo in sinergia con gli operatori degli sportelli linguistici- ha sottolineato Luigi Mascio in un recente convegno – seguiamo con successo le attività proiettandoci in un futuro più ricco di esperienze e di opportunità. Noi siamo una minoranza linguistica e questo è una risorsa”.

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