MAFALDA _ Dopo il TAR Molise anche il Consiglio di Stato, con sentenza n. 1979 pubblicata oggi 31.03.2011, ha condiviso le tesi degli avvocati Giuseppe Ruta e Margherita Zezza che per conto del Codacons e di un privato cittadino, avevano già ottenuto l’annullamento degli atti autorizzativi di una centrale a biomasse nel territorio di Mafalda. E’ pertanto definitivamente scongiurato il rischio di vedere istallata nel territorio di Mafalda una centrale che avrebbe bruciato ben 356 tonnellate al giorno di “biomasse”.

Decisiva, per la conferma delle tesi degli avvocati Ruta e Zezza, l’assenza di una adeguata istruttoria da parte della Regione Molise con particolare riferimento al mancato espletamento di una valutazione di impatto ambientale ritenuta invece necessaria dalla specifica commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA e VAS, costituita presso il Ministero, cui il Giudice aveva demandato il relativo accertamento. Secondo la commissione, infatti, l’impianto rientra tra quelli di gli “smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 100 t/giorno, mediante operazioni di incenerimento o di trattamento…”. Inevitabile, pertanto, l’annullamento dei provvedimenti impugnati. Ancora una vittoria importante quindi, dopo quelle sull’eolico, a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini.

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