TERMOLI _ Il Papa ha detto recentemente che non si può dire che mentire o rubare è umano e non si è limitato a ripetere che rubare non è legale. Sarebbe stato troppo poco e troppo comodo. Ha detto: non è umano, No, è disumano e ha anche aggiunto: la menzogna è dannosa per ogni società, scalza la fiducia tra gli uomini e lacera il tessuto delle relazioni sociali. Mentire e rubare, mentire per rubare o rubare per coprire menzogne, mentire per nascondere ruberìe, mali di cui la politica non è esente.
Si ruba anche quando si percepiscono legalmente prebende senza lavorare, o si riscuotono indennità, bonus e benefit per incarichi in enti locali senza un impegno personale costruttivo, quando si amministra (si spreca) allegramente denaro pubblico e si mente quando si viene meno al dovere istituzionale di dire la verità su questioni che riguardano tutti, inoltre mentire nei bilanci pubblici è lo stesso che rubare: cose scontate sulle quali tutti convengono, ma che è bene ricordarle, come giustamente fa il Santo Padre. É questa una riflessione da fare nel clima surriscaldato dalla competizione elettorale.

Etica personale e pubblica non sono distinte per i cattolici (ma crediamo per nessuno), non esiste separazione tra etica individuale ed etica sociale. Questo richiamo per chi si professa cattolico però diventa un imperativo che si lega alla propria missione nella storia, cioè quella di orientare la società secondo la Dottrina sociale della Chiesa. Diceva don Sturzo: “Le virtù umane sono tra loro comunicanti, tanto che l’indebolimento di una espone a rischio anche le altre. La missione del cattolico in ogni attività umana, politica, economica è tutta impregnata di ideali superiori. Se questo manca, tutto si deturpa: la politica diviene mezzo di arricchimento, l’economia arriva al furto e alla truffa. Quindi ogni relazione umana ha una valenza pubblica. Tutti i vizi sociali che si oppongono alla legge della carità, quali l’invidia, l’odio, l’ira, il disprezzo, la superbia, sono causa d’ingiustizia”.

La dottrina sociale della Chiesa propone a tutti gli amministratori, come singoli e come gruppi, criteri e direttive per orientare la propria condotta nei diversi ambiti. Essa non si presenta come un prontuario di soluzioni predefinite ma propone un modello di azione e di educazione politica. Serve una nuova generazione di politici cristiani, ci è stato ripetuto dal Papa, chiamata “a tradurre la dottrina sociale della Chiesa in scelte concrete, ad operare una mediazione nella realtà”. Ricordiamo ancora una volta alcuni suoi principi fondamentali di cui tutti possono fare tesoro. Il primo principio permanente è “la dignità della persona umana”: “ogni questione politica riconduce quindi all’uomo”; il secondo principio è la solidarietà che non pone in secondo piano la giustizia, ma anzi offre a questa un orizzonte senza del quale anche la giustizia si trasforma paradossalmente in uno strumento di male.

Il terzo principio riguarda la sussidiarietà ed implica una “sfida per la nuova generazione di politici cristiani” chiamati ad un “cambiamento dal basso, dal territorio, quindi dalle comunità locali chiamate a contribuire al bene comune”; infine, il quarto principio è quello del bene comune perché tutte le persone sono chiamate a ricercare ciò che unisce rispetto a ciò che divide. La politica è una vocazione al bene comune, un bene che non può non proiettarsi nel futuro, per questo i giovani non sono semplici spettatori ma attori della politica, che non può essere né rivolta al passato, né appiattita sul presente. È una grande responsabilità quella dei giovani, i quali sono partecipi delle cose future già a partire da quelle presenti; a loro la capacità di saper distinguere, nelle esperienze politiche passate, ciò che di buono va sicuramente conservato e rinnovato e ciò che di negativo va evitato, cercando di imparare dagli errori del passato e del presente, ma sempre coltivando la responsabilità dell’avvenire.

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4 Commenti

  1. per –fan club
    Mi scusi, simpaticone del…fan club, non faccia finta di non aver capito! Ma come si fa per iscriversi al suo club? Scommetto che lei è uno dell’esercito dei 550… Perché non ci invia qualche santino con nome e faccia? non si sa mai…

  2. il mio nome ed il mio volto è noto a pochi e tale deve rimanere come nel segreto della confessione! il club è riservato! ad oggi sono due gli iscritti io e Zorro, Lei dovrebbe mandare qualche frecciatina a qualche suo collega dall’abito talare per potersi iscrivere.
    Capisci a me’!

  3. Don Marcello, stai predicando nel deserto
    Don Marcello, stai predicando nel deserto.
    A Termoli ci sono alcuni e non sono pochi che hanno nostalgia di persone con avvisi di garanzia e rinvii a giudizio. Altri, preferiscono le veline. Altri ancora non vanno a votare perchè “non hanno bisogno di nessuno”, se la vedono da soli. Però dopo le elezioni, ci ritroviamo tutti uniti nel dire che è tutto uno schifo ed una vergogna: lavoro che manca, tasse, delinquenza, sporcizia, etc…Strano paese il nostro, sono tutti imbroglioni tranne se stessi.