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TERMOLI _ In relazione alle vicende che in questi giorni stanno interessando il rinnovo del vertice del Cosib, interviene il coordinatore di Alleanza per l’Italia Erminia Gatti. “Trovo paradossale il livello del dibattito che si è sviluppato intorno all’elezione del nuovo presidente, con argomentazioni lontanissime dalla reale natura dell’emergenza che ha condotto alla necessità di tale rinnovo. Le scottanti problematiche giudiziarie che hanno interessato il consorzio avrebbero richiesto almeno un supplemento di riflessione sulle finalità di questo ente, sul ruolo che gli compete rispetto allo sviluppo ed alla partecipazione dei diversi comuni che vi partecipano, una chiarezza d’intenti piú coraggiosa sul tipo di investimenti e di economie che si intendono perseguire.

Smaltimento dei rifiuti o servizi alle imprese, rilancio delle economie di filiera o business che non creano alcun indotto al territorio, incentivazione dell’occupazione o speculazione finanziaria? Questo dibattito, mi sarei aspettata di leggere, affinché fosse chiaro su quali basi programmatiche dovesse essere eletto il nuovo Presidente. Invece, si è assistito al solito braccio di ferro politico, con il consueto strascico di polemiche, senza che si sia spesa una parola in piú sul merito della scelta e tantomeno sulla legittimità delle procedure.

Ritengo che la posizione del Presidente della Provincia, che ha richiesto lo scioglimento degli organi per gravi irregolarità gestionali, secondo il disposto della legge regionale, avrebbe meritato una più approfondita considerazione. Trovo che l’indifferenza dimostrata dai componenti verso una proposta fondata su oggettivi elementi di diritto, dimostri un preoccupante grado di approssimazione verso la comprensione ed il rispetto delle regole, come anche la questione dell’errato conteggio dei voti per la composizione della maggioranza qualificata, se fossero confermate le dichiarazioni del sindaco Di Brino. Trovo che il futuro del Cosib dovrebbe dipendere dalla chiarezza di idee e dalla competenza di chi si candida a guidarlo, perchè è in gioco uno degli ultimi baluardi per la crescita e lo sviluppo economico del nostro territorio.

É incredibile che nessuno dei diretti interessati alla contesa, abbia ritenuto opportuno rispondere all’appello serio e circostanziato fatto dalle imprese del Nucleo che, per mezzo della Lai, hanno indicato con chiarezza e precisione le criticità del momento e le aspettative per il futuro: a dimostrazione di quanto siano lontane le liturgie di certa politica dalle reali esigenze del mondo produttivo. E con buona pace di chi, come il Sindaco Di Brino, pensa che la presidenza di un ente cosí strategico si possa stabilire sulla base del certificato di residenza: certo è che, se filiera istituzionale e termolesità sono stati i cavalli di battaglia elettorale del primo cittadino, oggi la bocciatura più clamorosa di certi argomenti riguarda proprio lui. Tutto questo, mentre le imprese chiudono e il Cosib rischia di rimanere una scatola dorata, utile per i soliti privilegiati ma di fatto vuota.