Video. Il Gruppo di maggioranza del Comune di Termoli ha deciso di inviare una lettera ai Revisori dei Conti chiamati a decidere sulla leggittimità o meno dell’elezione di Mascio alla Presidenza del Cosib

Dunque si farebbe sempre più concreta la irregolarità dell’attuale incarico del Sindaco di Portocannone che, dimettendosi dal direttivo, potrebbe rischiare di restare completamente fuori dal polo industriale Valle Biferno.

Sull’altro fronte, invece, si tenta di correre ai ripari con l’annuncio e dimostrazione della convocazione di una seduta ordinaria del Consiglio generale del Cosib e non straordinaria.
In quest’ultimo caso cambierrebbe il quorum della maggioranza dei voti per l’ottenimento dell’incarico e Mascio, a loro dire, ci rientrerebbe in pieno. Secondo Antonio Di Brino, invece, nemmeno in questo modo gli altri sindaci del Basso Molise riuscirebbero a salvare la Presidenza Mascio.
E’ in atto, su questo, un confronto serrato ed a questo punto non si escludono novità anche eclatanti nelle prossime ore.
Se dovesse passare la linea della illegittimità, anche la convocazione della nuova seduta del Consiglio generale di mercoledì prossimo risulterebbe non legale. Tutto è ancora in gioco.

“Al di là dei dubbi procedurali che saranno portati all’attenzione del TAR e della Magistratura _ ha detto Petraoria _, è sul piano politico che bisogna riflettere su ciò che è accaduto negli ultimi anni nell’Unione dei Comuni, nel Piano Sociale di Zona e nella gestione del COSIB.
Il Comune di Termoli è stato isolato nella Programmazione Unitaria dei Fondi Europei per le Aree Urbane (PISU) con grave nocumento per lo sviluppo integrato della città coi comuni limitrofi. La gestione del Piano Sociale di una città di 30 mila abitanti è stata affidata a un piccolo centro confinante con tutte le difficoltà immaginabili. Termoli è stata penalizzata dalla legge di modifica ai Consorzi Industriali del 2008 e pur occupando il 95% delle aree del COSIB si è ritrovata estromessa del Comitato Direttivo.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Larino ha evidenziato un uso del depuratore del Nucleo Industriale improprio e uno smaltimento di fanghi tossici che ha toccato i corsi d’acqua, i canali ed i terreni agricoli. Dopo tali eventi, al di là dei risvolti giudiziari che spetterà ad altri Organi accertare, si rende necessario un atto di discontinuità radicale con la gestione pregressa e bisogna adoperarsi per offrire un contributo propositivo per la riorganizzazione dei Consorzi Industriali ai sensi della nuova legge regionale”.