CAMPOBASSO _ L’Assemblea dell’Euro-Regione Adriatico-Ionica svoltasi a Campobasso in questi giorni ha segnato un indubbio riconoscimento istituzionale per il Molise con l’elezione alla Presidenza dell’importante consesso dell’On. Iorio, e ha contribuito a richiamare l’attenzione dell’Unione Europea e del Governo Italiano sul ruolo strategico che possono svolgere gli Stati e le Regioni che affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio. La qualificata presenza dell’Ambasciatore della Serbia e di diplomatici e funzionari di diversi paesi, oltre che di rappresentanze di sette regioni italiane hanno offerto al Molise una vetrina straordinaria con un’indubbia dimostrazione di efficienza organizzativa regionale che merita di essere apprezzata.

Ho notato con rammarico l’assenza di troppi interlocutori politici, di entrambi gli schieramenti, che non hanno colto il valore di un evento istituzionale che và oltre l’appartenenza partitica, come hanno saputo dimostrare in questi anni la convergenza e l’impegno dell’On. Giovanni Di Stasi, Presidente del Congresso dei Poteri Locali e delle Regioni d’Europa, e dell’On. Famiano Crucianelli che nella sua veste di Sottosegretario agli Affari Esteri dell’ultimo Governo Prodi ha dato un forte impulso alle attività dell’Euro-Regione Adriatica. Per questa valenza istituzionale che gratifica tutto il Molise ho seguito con attenzione gli eventi, partecipando insieme a soli due colleghi alla cerimonia di accoglienza delle delegazioni estere e alla manifestazione pubblica che ha visto intervenire le rappresentanze giunte da vari Stati e diverse regioni italiane.

Il baricentro dell’Unione Europea và spostato verso il Mediterraneo e nella nuova programmazione comunitaria 2014-2020 l’asse strategico geo-politico deve guardare al Sud e a Est così che l’Italia e il Mezzogiorno possano giocare una funzione rilevante. Bisogna adoperarsi affinché l’Euro-Regione riesca ad agevolare il raggiungimento di questi obiettivi e riesca ad aiutare i Paesi dell’Ex-Jugoslavia a dialogare costruttivamente tra di loro in una logica di pace, prosperità e sviluppo dell’area balcanica e dell’Adriatico.

Michele Petraroia

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