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TERMOLI _ Stabilimento Fiat: i “trasfertisti” tornano a casa. Sono circa 300 i lavoratori arrivati nell’impianto automobilistico locale da altre aziende del Gruppo Fiat come la Sevel di Atessa e dallo stabilimento di Avellino che hanno concluso la loro attività di lavoro nell’impianto di Contrada Pantano Basso a causa della riduzione dei volumi produttivi in zona dovuti soprattutto ad una contrazione della vendita di auto. La conferma è giunta ieri dalle organizzazioni sindacali.
“Circa 150 trasfertisti hanno già lasciato la Fiat di Termoli _ ha dichiarato Michele Di Base della segreteria regionale della Fiom-Cgil _ rientrando, di conseguenza, nei loro stabilimenti. Gli altri 150 ancora operanti a Termoli li seguiranno nei prossimi giorni”.
Ma le novità non finiscono quì. Sono state ridotte anche le ore lavorative nel comparto motori 16 valvole. Dalle 15 di questi ultimi mesi si è passati alle 10 ore settimanali. Si inizia a sentire anche per la Fiat di Termoli il vento della crisi produttiva che ha colpito in maniera durissima la stragrande maggioranza delle aziende italiane, europee ed americane.
Il fortissimo calo nella vendita di auto a gas e Gpl avrebbe determinato gli attuali contraccolpi anche in un impianto quale quello locale tra i pochi in Italia a produrre senza essere ricorso alla cassa integrazione guadagni nel 2010 ma, al contrario, riuscendo ad aumentare la produzione fino ai livelli massimi possibili per l’impiantistica presente ed il numero di lavoratori in servizio.
“Il mancato rinnovo degli incentivi governativi _ ha proseguito Di Biase della Fiom-Cgil _ ha sicuramente inciso in maniera negativa nel mercato dell’auto. Tra l’altro per l’Amministratore delegato del Gruppo Fiat Marchionne non sembra faccia troppa differenza dove si producono le auto in quanto ha spostato il 60 per cento della produzione all’estero per cui è sicuramente un momento non facile da seguire con estrema attenzione. E’ vero che nello stabilimento di Termoli non c’è la cig da inizio 2010 ma ciò non significa che non ci sarà nei prossimi mesi qualora il mercato dell’auto dovesse continuare a non tirare come sta accadendo. Noi sindacalisti siamo sempre in guardia e, sicuramente in un momento come quello attuale, non si possono dormire sonni tranquilli”.
“Circa 150 trasfertisti hanno già lasciato la Fiat di Termoli _ ha dichiarato Michele Di Base della segreteria regionale della Fiom-Cgil _ rientrando, di conseguenza, nei loro stabilimenti. Gli altri 150 ancora operanti a Termoli li seguiranno nei prossimi giorni”.
Ma le novità non finiscono quì. Sono state ridotte anche le ore lavorative nel comparto motori 16 valvole. Dalle 15 di questi ultimi mesi si è passati alle 10 ore settimanali. Si inizia a sentire anche per la Fiat di Termoli il vento della crisi produttiva che ha colpito in maniera durissima la stragrande maggioranza delle aziende italiane, europee ed americane.
Il fortissimo calo nella vendita di auto a gas e Gpl avrebbe determinato gli attuali contraccolpi anche in un impianto quale quello locale tra i pochi in Italia a produrre senza essere ricorso alla cassa integrazione guadagni nel 2010 ma, al contrario, riuscendo ad aumentare la produzione fino ai livelli massimi possibili per l’impiantistica presente ed il numero di lavoratori in servizio.
“Il mancato rinnovo degli incentivi governativi _ ha proseguito Di Biase della Fiom-Cgil _ ha sicuramente inciso in maniera negativa nel mercato dell’auto. Tra l’altro per l’Amministratore delegato del Gruppo Fiat Marchionne non sembra faccia troppa differenza dove si producono le auto in quanto ha spostato il 60 per cento della produzione all’estero per cui è sicuramente un momento non facile da seguire con estrema attenzione. E’ vero che nello stabilimento di Termoli non c’è la cig da inizio 2010 ma ciò non significa che non ci sarà nei prossimi mesi qualora il mercato dell’auto dovesse continuare a non tirare come sta accadendo. Noi sindacalisti siamo sempre in guardia e, sicuramente in un momento come quello attuale, non si possono dormire sonni tranquilli”.