PaoloMaddalena
Marcello Antonarelli e Paolo Maddalena (galleria fotografica)
TERMOLI – Ieri sera nella sala della Parrocchia di San Timoteo un pubblico numeroso e attentissimo ha seguito la relazione del Professor Paolo Maddalena, Vice-Presidente Emerito della Corte Costituzionale e giurista insigne, tra l’altro uno dei massimi esperti di diritto ambientale in Italia. 
L’incontro, il secondo (dopo quello con il Prof. Pace) organizzato dalla Fondazione “Lorenzo “Milani” e dalla R@p Molise per il NO al Referendum Costituzionale, ora in collegamento con il Comitato del Basso Molise per il NO, ha offerto una diversa chiave di lettura di quello che appare sempre più un micidiale disegno per espropriare il popolo italiano della sua sovranità, fino ad oggi tutelata e riaffermata costantemente in tutte le parti della nostra Costituzione Repubblicana.

Nel suo intervento di un’ora circa il Presidente Maddalena ha utilizzato il supporto di una solidissima e ampia base di riferimenti classici e moderni, dai fondamenti del  diritto romano ai maestri dell’Illuminismo, fino a Bauman e Rodotà, passando per i guru della filosofia economica liberista, per ricostruire con logica implacabile il sistema predatorio che sta distruggendo la nostra democrazia. Il Professore è partito dal presupposto che è sì importante leggere attentamente i vari punti della Riforma, anche per rendersi conto del linguaggio sciatto e confuso nel quale è stata redatta, e conoscerne gli aspetti giuridici, ma è fondamentale far toccare con mano il perché essa è stata così ostinatamente voluta dal governo, e far capire ai cittadini che esistono ragioni molto concrete per fermarla.
Ha quindi  focalizzato l’attenzione sulle manovre finanziarie che per lungo tempo hanno preparato questa vera e propria spoliazione della sovranità popolare: a partire dal 1981, quando il ministro Andreatta separò Tesoro e Banca d’Italia, via via attraverso le leggi berlusconiane e le privatizzazioni selvagge di tutto ciò che  la Costituzione tutela come proprietà collettiva, di tutti e di ognuno (demanio, acqua, energia, patrimonio artistico), fino al fiscal compact, al pareggio di bilancio in costituzione e al Trattato Transatlantico, che pochi conoscono ma che sarà la pietra tombale sul nostro welfare e il nostro ambiente.

Nelle parole chiarissime del relatore l’uditorio, silenzioso e concentrato, ha constatato senza possibilità di equivoco la colossale mistificazione delle teorie neoliberiste, che ripetendo fino alla nausea dogmi indimostrabili come la crescita infinità e come il potere di autoregolazione del mercato  inspiegabilmente hanno conquistato il mondo. 
È apparsa evidente  la relazione indissolubile  e mortale tra i grandi organismi finanziari privati (BCE, Fondo Monetario Mondiale, banche d’affari come la famigerata J.P.Morgan e multinazionali) e la riforma costituzionale; la  concentrazione del potere nelle mani dell’esecutivo e la consegna di un Parlamento di consenzienti a chi prenderà anche solo il venti per cento dei voti apre infatti   la strada al vero obiettivo della Boschi-Renzi,  cioè la cancellazione degli articoli fondamentali della Carta. Quelli, per intenderci, che sanciscono la sovranità popolare, il diritto di partecipazione dei cittadini all’amministrazione, l’iniziativa popolare nelle leggi, la proprietà collettiva del territorio e del paesaggio.

Appunto i cosiddetti “beni comuni”, sui quali la finanza vuol mettere le mani: ma quando avremo perduto il nostro territorio, tolto a tutti per darlo a pochi, non saremo più popolo, saremo servi: questa la conclusione de professor Maddalena, che con la passione di un giovane ha esortato tutti i presenti a unirsi per salvare la Costituzione davvero più bella del mondo. 

E l’unica strada per farlo, oltre a votare NO il 4 dicembre (cosa che ha definito dovere morale di chiunque abbia a cuore territorio sovranità popolare), è quella di unire in una rete solida ed efficace le centinaia di associazioni, movimenti, realtà civiche che dappertutto, per fortuna, continuano a tenere vivo il concetto di cittadinanza derivata dal diritto romano: cioè il passaggio dalla condizione di uomo-branco ,violento e predatore, a quella di parte di una comunità solidale e coesa, legata fortemente al territorio.

Marcella Stumpo
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