TERMOLI _ Gli ambulatori dei codici bianchi attivati ai pronto soccorso del San Timoteo di Termoli e del Veneziale di Isernia così come sono organizzati stanno creando ulteriori disagi agli utenti. A pochi giorni dall’attivazione del progetto dedicato a quei pazienti con patologie non gravi che si riversano a “fiumi” ogni giorno ed anche nelle ore notturne in ospedale, arrivano lamentele sia da parte degli utenti, costretti a doppie file e ad attese molto più lunghe rispetto al passato sia da parte degli stessi operatori ospedalieri.

Il progetto partito sotto i migliori auspici ed intenzioni da parte dell’azienda sanitaria all’indomani di anni di proteste da parte dei dipendenti delle divisioni d’urgenza per la carenza di personale, non starebbero otteneno i benefici sperati. “L’attività affidata alle guardie mediche, non avendo la disponibilità di infermieri, non prevede l’espletamento di esami diagnostici _ hanno dichiarato gli operatori ospedalieri _. Ciò significa che la maggior parte dei pazienti che approdano in questi locali devono tornare al pronto soccorso e ripartire con la trafila da zero a partire dal triage per poi effettuare le prestazioni diagnostiche necessarie come lastre radiologiche, esami del sangue, ecografie, elettrocardiogramma, tomografia assiale computerizzata o risonanza magnetica. Per cui le file a cui sono chiamati gli interessati si raddoppiano o si triplicano dilatando le attese a dismisura _ hanno dichiarato i dipendenti _. Così come sono organizzati questi ambulatori non stanno dando alcun beneficio. Sarebbe stato meglio e meno costoso aumentare l’organico dei pronto soccorso così come era stato richiesto già da tempo”.

L’iniziativa dell’Asrem riferita ai codici bianchi è solo sperimentale e non si esclude che sarà soggetta a degli aggiustamenti per essere di maggior aiuto alle divisioni d’emergenza.

Apeggiorare la situazione, hanno sottolineato sempre gli stessi medici, la mancanza di personal computer collegati con il sistema di triage utilizzati nei pronto soccorso molisani. “In questo modo le guarde mediche sono completamente al di fuori e scollegate dal sistema di codificazione dei pazienti e non possono controllare nulla di quanto già fatto dal reparto ed in tal modo si perde ulteriore tempo _ hanno aggiunto dagli ospedali _. E’ chiaro che si tratta dei primi giorni di attivazione ed i problemi non mancano. Bisogna correggere il tiro se l’Asrem desidera far funzionare questo progetto e dare un reale beneficio all’utenza che si riversa ogni giorno in massa nei nosocomi”.

Le stesse Guardie mediche sono in un certo modo limitate nel proprio operato essendo scollegate dalla rete internet del presidio sanitario di appartenenza e non avendo paramedici a supporto della loro attività. Anche per loro diventa non facile gestire i pazienti.

 

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa