Da oltre sei anni sulle Isole Tremiti persistono un’amministrazione piangente miseria e un’opposizione impegnata senza requie a denunciare l’inettitudine di chi governa.Nello specifico frangente, sorge allora spontanea una domanda che parrà banale: sussistano eventualmente le idee? Intendiamoci bene, idee autentiche con tanto di guida operativa, non utopiche chimere o le cosiddette provocazioni, disdicevoli esse pure al pari di uno squallido immobilismo. Da parte del sindaco, sappiamo purtroppo benissimo quale sarebbe l’iniziativa da lui architettata con il dichiarato fine di realizzare una liquidità che gli consentirebbe di sopperire alla necessità impellente di eliminazione dei rifiuti. Gli altri, quelli che dovrebbero garantire una seria opposizione, hanno intensificato le proprie azioni con ulteriori rilievi tesi a testimoniare come l’ultima tornata elettorale sarebbe avvenuta in modo irregolare.
Debbo confessare in tutta onestà che inizialmente avevo creduto anch’io a quella che, con lo scorrere del tempo, finisce ormai per configurarsi come una probabile bufala. In fondo, quando le persone mi parlano, ritengo civilmente garbato prestar loro ascolto, animato dal principio che tutti siano meritevoli di fiducioso credito, fino a prova contraria.
In effetti, nel triste spettacolo di quella spaccatura profonda (alimentata di continuo da faziosità astiosa) che attraversa la pur sparuta comunità isolana, serpeggia ormai da un anno una nuova accusa la cui fattispecie – per il vago sentore di attendibilità piuttosto scarsa – mi ha condotto infine a condurre nel merito una personale analisi seriamente approfondita.
Fatti e circostanze risultano in gran parte risaputi. Dopo la chiara vittoria riportata il 13 aprile dello scorso anno dall’attuale sindaco Giuseppe Calabrese, si sperava che i veleni sparsi senza esclusione di colpi durante la campagna elettorale risultassero alfine congelati. Lo lasciava prevedere la dimensione inequivocabile del responso uscito dalle urne.
Appariva ragionevole attendersi che la minoranza sconfitta aggiustasse il tiro mirando a praticare un’opposizione costruttiva. Gli argomenti di peso considerevole non mancavano, né sono mai stati risolti, specie quelli di maggiore influsso sullo stato sociale dei residenti, costretti a una condizione di vita costantemente precaria proprio per l’evanescenza delle principali strutture indispensabili al supporto di primarie necessità.
Contrariamente alle ventilate aspettative, alcuni portavoce dell’inveterata corrente di protesta – sempre meno propensi a concedere moratorie di qualsiasi livello – sarebbero invece apparsi poco disponibili a deporre la conflittualità, o quanto meno a moderarne l’astio. I più irriducibili si sono profusi a spargere pesanti chiacchiere tendenti a diffondere il sospetto tramite un’accusa piuttosto grave – palleggiata di continuo nelle discussioni paesane – secondo cui l’esito favorevole al vincitore sarebbe stato acquisito con stratagemmi furbeschi, sul filo della legalità se non addirittura oltre.
In poche parole – sempre secondo la fazione uscita sconfitta dal confronto elettorale – si sarebbe verificata una sorta di afflusso migratorio da altri comuni avente il solo fine strumentale di acquisire negli elenchi del comune Isole Tremiti un certo numero di residenti con diritto al voto dalla tendenza politica di provata devozione alla lista di Giuseppe Calabrese. Costoro avrebbero così fatto pendere il piatto della bilancia elettorale nella posizione voluta.

Prima di accingermi a scrivere il presente articolo, mi sono voluto documentare a fondo, perché i veleni delle accuse – qualora fossero risultati anche solo parzialmente confermati nella veridicità – avrebbero assunto dimensione ed efficacia di clamoroso scandalo.
Analizzando i dati, le cifre e non ultime le circostanze, debbo riconoscere adesso che la fattispecie sopra enunciata risulta priva di attendibilità, principalmente in virtù delle garanzie precostituite offerte dai codici e dai regolamenti specifici. Ma ciononostante persiste in parte della popolazione il germe serpeggiante di una irriducibile reazione sfiduciata. Così non può mancare chi continua a cavalcare lo scontento della minoranza ingigantito forse ad arte proprio dalle chiacchiere in succinto enunciate.
Potrebbe trattarsi, in fin dei conti, di argomenti gravi, senza dubbio capaci di scatenare dirompenti effetti, principalmente dannosi per la serenità e il progresso sociale delle Isole Tremiti.
Da parte mia, dopo pazienti analisi a conclusione delle verifiche dei dati ufficiali, posso serenamente sottolineare la pacata opinione che la questione non ha motivo di sussistere, vuoi per la chiarezza delle specifiche cifre, vuoi per il dubbio legittimo sollevato da quella presunzione strumentale tendente a relegare nella fazione di minoranza tutti gli onesti assegnando per contro alla parte vincente tutti gli eventuali disonesti. Ragionevolmente insostenibile, per il semplice fatto che, come quasi sempre accade, la verità starebbe se mai nel bel mezzo. Vedremo subito il perché.
Il cumulo attuale di 497 residenti nel comune Isole Tremiti comprende anche 45 nuovi iscritti che hanno ottenuto la residenza durante gli ultimi tre anni. Occorre inoltre considerare il responso ufficiale delle urne che hanno tributato (su un totale di 424 votanti) 250 suffragi a favore della lista Calabrese contro 174 voti all’altra coalizione. In base a tale rilevamento, è facile concludere che – quand’anche si volesse sostenere ad oltranza l’improponibile teoria che tutti i voti di quei nuovi residenti fossero confluiti nel forziere elettorale dei vincitori – Calabrese avrebbe vinto comunque (senza gli ultimi arrivati) con un bel margine di 31 voti.
Una volta chiarita la questione dei risultati, rimane lo sconcerto per la condotta forse non troppo ragionevole degli accusatori, che in virtù degli addebiti maldestramente sostenuti si sono assegnati un’apparenza di scarsa attendibilità. Un episodio da dimenticare.

Adesso non sono pochi a sperare che l’opposizione inizi a considerare in tutta serietà le questioni vere. Abbiamo davanti agli occhi un intero scenario di situazioni penalizzanti per il popolo di Tremiti, un cumulo di carenze sociali la cui fattispecie andrebbe analizzata con impegno da chi decidesse di supportare il sacrosanto diritto dell’intera cittadinanza.
Un deciso zelo nel senso testé auspicato si rivelerebbe con certezza bene accetto in generale nonché piuttosto efficiente al recupero di favori popolari e della credibilità eventualmente compromessa da un malaugurato errore strategico.
Occorre occuparsi con urgenza non solo della piaga dei rifiuti, ma anche di ulteriori emergenze basilari quali la scuola, la sanità, il sostegno alla maternità, l’educazione. Non esiste futuro per una società sorda al richiamo delle esigenze testé accennate. Non sottovalutiamo inoltre il rilievo determinante che la civiltà di un popolo si riconosce dal modo in cui tratta i bambini, gli anziani, le donne. Dovrebbero sollevare allarme indicazioni come quella che, durante i mesi non interessati dal turismo, vede scendere il numero degli abitanti sotto le 150 unità.
Non esiste scuola materna, quella elementare conta un solo scolaro mentre per la media inferiore il numero degli alunni “sale” a due, nonostante la quota dei minori nell’età scolare (istruzione obbligatoria) sia di 40 anime. Se ne può dedurre che i bambini mancanti all’appello frequentino le scuole altrove. Quanto alle nascite, l’ultimo di tali eventi si è verificato nove anni fa. Allora vide la luce la piccola Benedetta, figlia di uno storico impiegato comunale molto amato da tutti.
Le donne non si arrischiano a partorire sulle isole dove, in caso di possibili complicazioni, si vedrebbero prive dell’indispensabile assistenza medica e sanitaria. Preferiscono così rivolgersi alla vicina Termoli, molto più rassicurante da quel punto di vista.
In conclusione, penso che la sola soluzione utile risiederebbe in un rinnovato assetto demografico capace di trattenere sul terreno delle isole la totalità dei residenti. Ciò comporterebbe anche l’interesse ad adeguare la ricettività, e quindi l’afflusso turistico, ad una piena continuità annuale.
Non sono vuoti pensieri di prospettive inattuabili, ma possibilità concrete al cui realizzo necessitano soprattutto persone serie, amministratori responsabili e concreta volontà comune di sviluppo con amorevole riguardo alle umane aspirazioni, ai palpiti vitali, all’energia, al meraviglioso intelletto creativo della splendida realtà tremitese, intramontabile come la dimensione infinita dello spazio e del tempo.

Articolo precedenteVirus suini: nessun caso in Molise. L’Asrem di Termoli spiega cos’è l’influenza e come difendersi
Articolo successivoCordoglio e amarezza di D’Ascanio, Presidente della Provincia per un’altra morte sul lavoro. “Ancora una volta la sicurezza è trascurata”

2 Commenti

  1. Bisogna sempre perdonare i propri nemici. Niente li infastidisce di più
    Una massima da applicare anche per i nostri cari politici di Termoli.
    Sopratutto in questi giorni dove la Politica ha toccato livelli di basso “rango”.

  2. FALSI ENTUSIASMI E PATETICHE LODI
    Trovo sensato questo invito alla riflessione. Alle nostre isole servirebbero proprio personaggi d’alto rango, anche per evitare che gli umili si facciano male da sè,
    Quanta tristezza! Quattro amici si ritrovano sempre all’osteria per scambiarsi patetici applausi. Nessuna proposta, niente idee.