TERMOLI _ “Nessun caso di influenza suina confermato per il momento in Italia”. Le assicurazioni arrivano dal sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio. Nessun allarmismo, quindi, ma le Regioni si stanno attivando nel pieno rispetto delle direttive nazionali. Nel Molise è stato convocato per lunedì 4 maggio, presso l’assessorato alla Sanità, il Comitato Pandemico Regionale, coordinato dal Servizio di Igiene e Prevenzione diretto dalla dott.ssa Lina D’Alò, con all’ordine del giorno la sindrome influenzale da nuovo virus del tipo A H1 N1. In regione dal 2006 esiste un Piano di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale.
Per sapere qualcosa in più sull’influenza suina abbiamo rivolto alcune domande alla dott.ssa Carmen Montanaro, direttore dell’U.O.C. Igiene e Sanità Pubblica dell’area territoriale di Termoli della Asrem.
Che cos’è la febbre suina?
E’ un’influenza causata da diversi virus del tipo A con alta infettività ma bassa mortalità, i virus si diffondono tra i maiali per via aerea, per contatto diretto ed indiretto; sono virus del sottotipo H1 N1. E’ pericoloso mangiare carne di maiale? Nessun prodotto suino è pericoloso visto che il contagio avviene da uomo ad uomo. L’OMS ha sottolineato che il virus muore alla temperatura di 70° centigradi.
La trasmissione di questa influenza è semplice?
Si, come una normale influenza, il contagio avviene attraverso goccioline di saliva e i sintomi sono simili all’influenza: dolori ossei, congiuntivite, disturbi gastroenterici, sintomi respiratori, febbre. Come si tiene sotto controllo questo virus? Attraverso una stretta sorveglianza sanitaria in tutti i Paesi.
Esiste un vaccino?
Gli esperti stanno lavorando per la produzione del vaccino ma occorrono alcuni mesi per produrlo. Come si cura? Si cura con gli antivirali e con questi si può guarire. L’Oseltamivir (Tamiflu) e Zanamivir.
E’ pericoloso recarsi nei Paesi come il Messico o in altre aree dove ci sono i malati?
Per precauzione è preferibile evitare viaggi nei Paesi colpiti dall’influenza da virus suino, anche per ridurre il rischio di contagio.
