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Don Benito Giorgetta
TERMOLI – “Non più schiavi, ma fratelli” è il magnifico tema della giornata mondiale della pace appena celebrata il primo gennaio u.s. come si fa, ormai, da 48 anni. Fu il Papa Beato Poalo VI che intuì e propose questa celebrazione che mette al centro delle attenzioni il desiderio di essere costruttori di pace. Papa Francesco quest’anno ha scelto un filone molto interessante e provocante: la liberazione degli uomini da ogni forma di schiavitù degradante e denigrante, che offusca la bellezza di ogni persona umana. Talvolta la dignità viene talmente lasciata al margine e ignorata che taluni fratelli sono destinati, loro malgrado, ad essere schiavi, finanche per la mancanza delle necessità primarie. Il mondo della detenzione appartiene un po’ a questa categoria. Il carcere, erroneamente considerato come discarica umana, talvolta viene dimenticato e non fa parte dell’agenda degli interventi perché, si pensa, provvede lo Stato o le famiglie di origine a fare fronte alle necessità dei suoi abitanti. Un po’ per risvegliare la coscienza assopita, un po’ per riproporre alla considerazione di molti che esistono tanti fratelli dimenticati, ogni anno, l’Associazione IKTUS – ONULUS mette in evidenza con l’iniziativa della “BEFANA DEI DETENUTI” ponendo in prima lista la pratica dimenticata sotto la pila di impegni.

Il 6 gennaio, solennità liturgica dell’Epifania, presso la Parrocchia di san Timoteo in Termoli, sede legale dell’Associazione si ripropone la possibilità, per chi desidera, di soccorrere la popolazione detenuta presso la Casa Circondariale di Larino, offrendo quanto è necessario per l’igiene personale e indumenti intimi di cui mancano tanti di loro perché dimenticati perfino dalle famiglie o provenienti da molto lontano o meno abbienti di tanti altri loro colleghi.

Durante la giornata del 6 gennaio p.v. i fedeli che si recheranno alla celebrazione delle messe: ore 08,30 – 11,00 – 18,00 potranno portare quanto preparato e consegnarlo al momento della raccolta. Fare del bene bonifica se stessi e benefica i fratelli, ristabilisce la giustizia che diventa amore condiviso e attenzione donata. San Paolo scriveva a Timoteo suo figlio prediletto nella fede: “ A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non porre la speranza nell’instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne. Facciano del bene, si arricchiscano di opere buone, siano pronti a dare e a condividere; così si metteranno da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera.” (1Tm. 17-19). La vera economia è la gratuità!

Don Benito Giorgetta