Il “Vietri”, infatti, non sarà accorpato a Campobasso ma ne sarà fagocitato con la pretesa che gli abitanti di Larino e paesi limitrofi, da sempre assistiti presso il nosocomio frentano, percorrano 60 chilometri ed oltre per raggiungere l’ospedale del capoluogo regionale su una strada, la S.S. 647 “bInfernina” (non si intenda come refuso), scassata un giorno si e quell’altro pure, la cui pericolosità è testimoniata dalle croci alla memoria di cui è lastricata. Delirante! E veniamo ai provvedimenti che interesseranno il “Vietri” e che inevitabilmente finiranno per travolgere anche il “S. Timoteo”:
– Pronto Soccorso H24: con l’ausilio di operatori del 118; – Oculistica: avrebbe dovuto essere presente, quale polo di eccellenza, solo al “Vietri” e inve
ce sarà un “triplone” poiché ce l’avranno anche Isernia (toh chi si rivede!) e Campobasso che, udite udite, avrà lo stesso primario, quello di Larino, che dovrà organizzare la propria attività tra i due nosocomi. State pensando anche voi, come noi, a quello che sarà il destino della rinomata oculistica del “Vietri”? Se il pensiero è quello giusto in premio avrete un bel pugno in un occhio!
– Lungo-degenza: ridotta a soli 20 posti letto dovrà bastare per tutto il Basso-Molise nonché per Campobasso e caso mai attrarre utenza da fuori regione: forse che siano previsti anche 20 posti sotto i letti? – Medicina: nel giro di qualche mese verrà chiusa e chi dovesse aver bisogno del ricovero, verrà portato al “Cardarelli”. Questo potrà avvenire solo qualora il paziente non fosse in grado di raggiungere con i propri mezzi l’ospedale più vicino: ossia il “S. Timoteo” di Termoli. E allora potremo assistere a tutta la fallacità del sistema. Come si può pensare di governare quella che è una libera scelta del paziente, quando non si riesce ad avere il controllo neppure sui propri dipendenti? Non è un mistero, infatti, che negli ospedali regni indisturbata l’anarchia dei dirigenti medici che, tenuti a prestare la loro opera sia a Termoli che a Larino, hanno deciso arbitrariamente di limitare il loro servizio al solo “S. Timoteo”.
– Radiologia: i radiologi del “Vietri”, rimasti solo in tre, opereranno associati a quelli del “Cardarelli” e c’è da supporre, nonché pregare, che questi ultimi non faranno mai la reperibilità su Larino: solo per arrivare sul posto ci impiegherebbero un’ora, bene che vada. Le liste di attesa per gli esami diagnostici, intanto, si protraggono a tempi biblici come ha fatto rilevare anche il nostro Sindaco dott. Giardino, in un miracoloso momento di risveglio dalla “catalessi”. In tutta risposta la dott.ssa Testa ha ribattuto che, secondo un’analisi della Molise Dati (da verificare), sarebbero gli operatori dei Pass-CUP a non informare correttamente i pazienti delle varie opzioni messe a disposizione dal sistema. Di contro il dott. Paglione ha ammesso che vi è una reale carenza di medici radiologi e che è difficoltoso reperirne altri. Un chiaro esempio di come “la mano destra non sa quel che fa la sinistra”.
– Come pure l’ammissione, da parte della stessa dott.ssa Testa, di non aver saputo prima dell’esistenza della struttura Hospice “Madre Teresa di Calcutta” che da anni, a Larino, fornisce assistenza ai malati terminali. E questa gente è incaricata di riorganizzare un sistema che neppure conosce, che non si è mai preoccupata di accertarne funzione e funzionamento al punto che non si è mai provveduto alla tariffazione delle prestazioni, tanto del suddetto Hospice quanto della Camera Iperbarica, perdendo introiti di centinaia di migliaia di Euro.
Alla domanda: “Chi avrebbe dovuto provvedere a stabilire le tariffe di tali servizi?” La risposta del Direttore Percopo è stata: “La Regione”. Già da queste poche righe si può perfettamente intuire come sia stata amministrata la sanità nel Molise in questi ultimi anni.
– Ginecologia e Ostetricia: dal 1° settembre sarà riattivato il servizio ambulatoriale con personale proveniente da Campobasso, hanno assicurato i vertici ASREM, ma intanto il servizio è stato interrotto facendo venir meno i livelli essenziali di assistenza in violazione di diritti e norme costituzionali .
– Chirurgia: ci verrà concessa la grazia di avere qualche seduta operatoria per interventi minori e ad indirizzo senologico ipotizzando un ospedale di genere. Femminile – singolare, aggiungiamo noi, come può esserlo un’altra menzogna. Considerando, infatti, che strutture simili non esistono altrove, si può mai credere che la realizzino a Larino?
Per favore basta prenderci per i “fondelli”! Sappiamo perfettamente, dalla pregressa esperienza dell’accorpamento del “Vietri” con il “S. Timoteo”, che tutti questi servizi a Larino cesseranno prima ancora di cominciare perché se i medici si stressavano a percorrere il breve e comodo tragitto Termoli-Larino-Termoli quanto resisteranno quelli, radiologi, ginecologi e chirurghi che dovranno esercitarsi sul lungo e accidentato Campobasso-Larino-Campobasso? Quanto costerà di incentivi? E chi mai ha potuto pensare che gli abitanti della fascia costiera preferiscano recarsi a Campobasso piuttosto che a Termoli o in altre strutture extraregionali più comode da raggiungere? Del resto è già accaduto con la chiusura dei reparti materno-infantili del “Vietri” la cui utenza si è spostata a Termoli (peraltro in minima parte) e più cospicuamente a Vasto e S. Giovanni Rotondo. Bell’affare per il sistema sanitario del Molise! – Laboratorio Analisi: è l’unica struttura a non aver subito “danni”.
Non sappiamo se per la forza della dott.ssa Bucci che ha difeso la “sua creatura” come una leonessa o se perché “gli sciacalli” stiano solo aspettando che la dottoressa decida di andare in pensione per poterlo aggredire e fare a brandelli. D’altra parte sono stati già messi diversi bastoni tra le ruote che in primo luogo hanno nuociuto ai pazienti, per lo più persone anziane dei paesi del circondario, privati del comodo servizio dei prelievi a domicilio. La spiegazione fornita dai vertici ASREM, per giustificare la sospensione di tale servizio, è stata dapprima imperniata su presunte “attenzioni”, da parte di NAS e DIGOS, in merito alle procedure seguite nell’attuare i prelievi per poi rivelarsi, in tutta la sua bassezza, allorquando è stata fornita la documentazione relativa ai protocolli di sicurezza e qualità seguiti nell’esecuzione del servizio.
Pare che qualche invidioso e venale operatore sanitario abbia lamentato il mancato percepimento di incentivi al pari dei suoi colleghi addetti allo svolgimento dei prelievi a domicilio. Che squallore! L’assurdo, poi, è l’aver ascoltato per una buona mezz’ora tutta una prosopopea sulla necessità di integrare l’ospedale con il territorio per arrivare a constatare che si procede in senso inverso. – RSA – Residenza Sanitaria Assistita: “è una struttura extra-ospedaliera per anziani disabili, prevalentemente non autosufficienti, non assistibili a domicilio, bisognosi di trattamenti continui e persistenti, finalizzata a fornire accoglienza ed erogazione di prestazioni: sanitarie, assistenziali, di recupero funzionale e sociale; essa va intesa come la struttura residenziale, della rete dei servizi territoriali, in cui deve realizzarsi il massimo della integrazione degli interventi sanitari e sociali.” E’ ciò in cui verrà riconvertito parte del “Vietri” con la precisazione che il ricovero in tale struttura graverà per il 60% sul Servizio Sanitario Regionale mentre il 40% sarà a carico del paziente. Qualora quest’ultimo non avesse le possibilità economiche se ne dovrà fare carico il proprio Comune di appartenenza. Ma i Comuni, vista la reazione di un Assessore presente, non sanno ancora nulla di questa ennesima tegola che pioverà loro addosso.
Il Comitato per la difesa dell’ospedale “Vietri”, presente all’incontro, ha contestato e contesterà in tutte le forme possibili un atto aziendale che dispone tagli irrazionali ai servizi piuttosto che colpire in maniera decisa e definitiva gli sprechi, dovuti alla gestione clientelare della sanità molisana, nonché alle grandi “centrali di costo” facilmente individuabili nella Facoltà di Medicina dell’UNIMOL e nelle strutture private (in particolare l’Università Cattolica) così come rilevato, checché ne dica il dott. Percopo, anche nel verbale redatto a margine della riunione del tavolo tecnico tenutasi l’8 luglio scorso nel quale si afferma: “la sequenza degli atti relativi alla DGR 638 nonché la regolazione dei rapporti fra la regione Molise e l’Università producono una situazione di grave incertezza e di confusione sull’attuale assetto delle relazioni, sull’attuale efficacia della DGR 638 e del correlato impatto finanziario che potrebbe risultare molto oneroso per la regione. La vicenda in oggetto è segnaletica pertanto di una grave carenza nella capacità di programmazione del servizio sanitario e nella tutela della finanza regionale. Ciò senza considerare la censurabilità del comportamento regionale in ordine alla sottoscrizione di un Accordo e del relativo recepimento con la citata DGR 638 in piena vigenza di Piano e senza metterne a preventiva conoscenza i ministeri affiancanti, i quali già avevano espresso un parere negativo su uno schema di Accordo contrattuale, per l’anno 2008 predisposto dalla regione e avente gli stessi contenuti della DGR 638;”.
(A chi avesse la curiosità di approfondire l’argomento, suggeriamo di interrogare un motore di ricerca del WEB con la seguente stringa: verbale tavolo tecnico 8 luglio regione molise ministero salute.) A proposito di DGR 638, poiché trattasi di Delibera di Giunta Regionale, Velardi dov’era? E’ ormai chiaro a tutti che l’abisso in cui sta sprofondando il Molise ha dei responsabili chiaramente individuabili nel Presidente Iorio e nella sua maggioranza la cui “carenza nella capacità di programmazione” ci spinge sempre più motivatamente ad invitare i cittadini a riconsegnare la propria tessera elettorale in segno di protesta, nei confronti di una politica poco avvezza alla cultura del BENE COMUNE.