CAMPOBASSO _ “Il Federalismo Fiscale può rappresentare una possibilità di superamento della storica divisione tra Nord e Sud. Per il Mezzogiorno poi, l’attuazione di un Federalismo vero e solidale può essere l’elemento operativo per evitare per il futuro l’attuazione di logiche centralistiche che nel passato si sono dimostrate non idonee ad eliminare le differenze con il Settentrione. Il Molise per le sue peculiarità territoriali e demografiche, non è stato, né è oggi in grado, di attivare economie di scala. Si è visto però, sulla base di disposizioni centrali e generaliste, attribuire per la gestione dei servizi risorse non confacenti alle reali necessità.

Nella legge 42, che istituisce il Federalismo, siamo riusciti ad inserire una norma precisa che prevede un meccanismo perequativo per le piccole regioni che non possono realizzare economie di scala e che devono essere messe nelle condizioni di fornire i servizi essenziali alla propria popolazione. Un meccanismo che abbiamo visto con soddisfazione recepito dal Governo nazionale, in sede di stesura del decreto sul Federalismo Fiscale, e inserito nel testo licenziato ieri dalla Commissione Bicamerale”.

Lo ha detto il Presidente della Regione Michele Iorio intervenendo in mattinata a Campobasso al Convegno sul “Federalismo fiscale – Risorse e modelli per il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica
” promosso dallo IACP e da Federcasa. “Un esempio della problematicità creata alla nostra regione da provvedimenti nazionali, e quindi uguali per tutti, –ha continuato il Presidente Iorio- può essere ravvisato nella gestione di una politica abitativa che, per la nostra realtà -fatta di piccoli centri- e per il patrimonio immobiliare che la caratterizza, può sostanziarsi in un’iniziativa di recupero di immobili nei centri abitati, e principalmente in quelli storici, da adibire anche ad alloggi popolari. Iniziative simili, già sperimentate e frutto di una specifica indicazione della Regione Molise, trovano difficoltà applicative nei finanziamenti nazionali che tendono a favorire misure più economiche, come la costruzione di edifici ex novo, a danno del recupero degli immobili esistenti che, evidentemente, denunciano necessità di interventi finanziari più corposi”.

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