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TERMOLI _ Dopo che il Presidente del consorzio industriale ha coraggiosamente bevuto dalla fonte della vita l’acqua della sua estrema salvezza ( o almeno spera in quella della sua poltrona!), nell’attesa che al più presto ci renda edotti anche dei risultati clinici delle sue “sancte urine”, proviamo a volgere il nostro umile sguardo a situazioni più terrene. All’indomani dello scandalo “dirtywater” termolese, tutte le forze politiche ed associazionistiche di qualsiasi schieramento hanno gridato allo scandalo e, anche se con toni e ragioni diverse, hanno preso le distanze dal comportamento e dalle esplicite dichiarazioni “venali” del ciellino Ing. Antonio Del Torto.

Come “vergini immacolate” schiere di politici ultranavigati, increduli e sconcertati dell’accaduto, non riescono a trovare pace e si arrovellano nel cercare soluzioni al caso con ipotesi ardite, quali: cambiamenti nel direttivo del nucleo, sospensioni di delibere, commissariamenti, sedute straordinarie ecc.. Sembrerà paradossale ma, nonostante tutto, dovremmo ringraziare il Presidente del consorzio industriale il quale, seppure involontariamente, ha evidenziato la vera ed unica “idea di sviluppo” verso cui questa regione si sta inesorabilmente indirizzando.

Si afferma così nei fatti che se la nostra piccola comunità vuole continuare ad esistere così com’è, ossia mantenendo un complesso e costoso apparato burocratico-politico, una struttura sanitaria inefficiente appannaggio delle clientele partitiche, una molteplicità di enti con funzioni inutili ma indispensabili per inetti o faccendieri, ebbene, se tutto ciò deve rimanere, l’idea proposta è proprio quella di un terzo tipo di regione (da affiancare ovviamente a quella ordinaria e speciale) , quella appunto di “regione discarica” (o se volete eufemisticamente di “supporto”).

I segni di questa sapiente “strategia industriale”, a loro dire giustificata anche dall’imminente federalismo, è oramai certificata da eventi inequivocabili che vanno dalla installazioni di nuove centrali elettriche, riconversioni industriali, diffusione incontrollata di impianti eolici, servizi appunto di smaltimento di rifiuti con ampliamento di discariche, fino alla installazione di una centrale atomica. Il tutto però a servizio di altre realtà economiche territoriali (regionali e nazionali) ritenute più progredite, tralasciando lo sviluppo locale del nostro apparato produttivo e commerciale, valutato troppo debole per una competizione globale.

Le azioni e le omissioni del governo Iorio e di una certa opposizione (o meglio di una opposizione di facciata) sottintendono questo tipo di politica economica la quale, nella sua formale legittimità, risulta però “democraticamente criminale” perché mistificata con gesti contraddittori e ridicoli, e non chiaramente affermata dai suoi ideatori ed esecutori. Ebbene, per chi come noi si pone in contrasto con tale indirizzo, riteniamo non sufficiente sostenere un mero ricambio della classe dirigente, ma occorre trovare il coraggio e la forza politica di dimostrare che il “modello Iorio” non è più socialmente ed economicamente sostenibile e che certi sprechi di denaro pubblico, legittimi o meno, non saranno più ammissibili, pena la fine non solo della nostra “autonomia” amministrativa, ma forse anche di quella lavorativa-esistenziale.

Non è più concepibile che forze politiche, autodefinitesi antagoniste rispetto al modello di sviluppo proposto da Iorio & co., continuino a litigare non su “cosa o come” programmare i beni e le attività pubbliche, ma barbaramente su “Chi” sia il più fotogenico a rappresentare il vuoto. E’ per questo che, senza retorica, ci rivolgiamo a tutti i molisani, affinché, diffidando da quei falsi profeti o profetesse dal passato opportunista, partecipino attivamente e coscientemente alla vita politica della nostra regione, in quanto le scelte da prendere in questo momento storico saranno davvero determinanti per la qualità della nostra vita e per quella delle generazioni a venire.

PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
Coord. Reg. Simone Coscia

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1 commento

  1. E’ in continuo aumento il numero di “commentatori” della politica locale.
    Peccato che si tratta di “politici” nostrani trombati o prudentemente non presentatisi alle ultime elezioni comunali.
    Dobbiamo preoccuparci?