Due termolesi sono stati curati con successo alla Cattolica di Campobasso mentre altre tre casi sono stati seguiti nel Centro analisi di Pescara. In tutti i casi avevano mangiato alici e pesce marinato

TERMOLI _ L’anisakis, il temibile parassida che si annida nei mammiferi marini è sconosciuto ai termolesi mentre è una sorta di incubo per i pescatori e commercianti ittici che ben comprendono i pericoli che si annidano dal consumo di pesce crudo. Il caso della quarantenne di Termoli che ha rischiato la morte dopo aver cenato da una conoscente a base di alici marinate ha sconcertato non poco i residenti che non avevano mai sentito parlare dell’anisakis.

Ma il recente episodio non è l’unico verificatosi in città. Altre due persone sono approdate all’Università Cattolica di Campobasso, presso il reparto specialistico di Gastroenterologia dove sono state curate dai medici in servizio riusciti a diagnosticare in tempi brevi la patologia poco conosciuta e non semplice da accertare come l’anisakis. Si tratta di un uomo di Termoli che lo scorso maggio è incappato nello stesso grave problema ed ha rischiato il peggio ed un’altra persona del Basso Molise. La conferma arriva dagli operatori dell’Università Campobassana.

“Si, sono due i casi curati nella struttura che sono in buona salute” hanno dichiarato gli specialisti. Tre, invece, quelli approdati nell’ospedale di Pescara, anch’esso considerato un punto di riferimento in tale patologia. “Bisogna intervenire subito eliminando le larve dallo stomaco prima che bucano gli organi vitali _ ha dichiarato il primario del Centro analisi del presidio abruzzese Paolo Fazii _. Oggi esite un metodo per consumare il pesce crudo senza incorrere nell’anisakis rispettando le ultime normative che prevedono per i ristoratori ed operatori del settore la conservazione del pescato per 24 ore in celle frigorifere in grado di raggiungere i 20 gradi sotto zero. A queste temperature il parassita non sopravvive”.

Dunque è sconsigliato consumare il pesce azzurro ed altre specie come polipetti e totani con olio e limone se non si è prima seguita la prassi del congelamento per 24 ore. Non sono, invece, “vittime” dell’anisakis le ostriche che, qualora freschissime, si possono gustare senza paure.

Non avevo mai sentito parlare di questo verme tondo _ ha dichiarato una pensionata della città, Maria Pia Sisti _ eppure amo preparare il pesce ma preferisco consumare un prelibato brodetto con più specie piuttosto che alici marinate o crude. Ho sempre il timore di incorrere in qualche spiacevole problema”. Non sono dello stesso avviso i “termolesi veraci” che, pur conoscendo l’anisakis, preferiscono non privarsi del gusto del pescato fresco marinato o addirittura crudo. Molti pescatori preferiscono correre il pericolo piuttosto che evitare a tavola i prelibati piatti che fanno parte della tradizione marinaresca della città.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa