TERMOLI _ Rischia di morire dopo aver mangiato alici marinate una quarantenne di Termoli. La donna accetta l’invito a cena di un’amica, la raggiunge in casa ed insieme consumano il pesce azzurro crudo marinato con limone. Tutto è andato per il meglio ma qualche ora più tardi inizia il calvario, inaspettato e terribile per la termolese. La donna, rientrata in casa, inizia ad accusare dei malori allo stomaco.

Le fitte sempre più lancinanti diventano atroci e così si rivolge al San Timoteo di Termoli per un calmante ma le sue condizioni peggiorano di minuto in minuto tanto che i medici in servizio temono per la sua sopravvivenza e così, senza perdere tempo prezioso, decidono di sottoporla ad un intervento chirurgico nottetempo.

La paziente viene operata e solo a quel punto gli operatori sanitari si rendono conto che, se non avessero proceduto in fretta e furia, avrebbero perso la termolese il cui intestino era ormai perforato ed interessato da una emorragia interna.

I medici asportano la parte finale dell’intestino della donna salvandole così la vita. La stessa, sottoposta a strettissimi controlli sanitari, è riuscita a riprendersi. Ma il “verdetto” sulle cause scatenanti dell’odissea vissuta è arrivato dal Primario del Laboratorio analisi dell’ospedale di Pescara Paolo Fazii il quale decreta: “è anisakis”, un parassita che prolifica nei mammiferi marini e qualora ingerito dall’uomo buca attraverso delle larve stomaco ed intestino conducendo in tempi brevi alla morte qualora non dovesse essere diagnosticato immediatamente. Ed è proprio quanto accaduto alla quarantenne del posto che ha sfiorato la morte per aver mangiato un’alice cruda. Una brutta vicenda che si è risolta positivamente grazie alle cure del San Timoteo prima e del presidio pescarese dopo. Nell’ospedale abruzzese, punto specialistico per tale patologia, dal 2003 ad oggi sono stati 3 i casi risolti in modo brillante che ha visto coinvolto dei molisani.

“La patologia non è rara ma è misconosciuta perchè non viene fatta studiare ed è sottostimata _ ha spiegato il Primario Fazii _. Solitamente viene ingerita dall’uomo quando consuma pesce crudo come totani, polipetti, alici ed altro pesce azzurro. La larva tende a bucare lo stomaco ed intestino e non è facile riconoscerla. Molte appendicite acute che abbiamo curato qui a Pescara erano causate da questo parassita ancora oggi poco conosciuto. Negli ultimi giorni sono giunti casi da Termoli, da Ancona ed anche dalla stessa Pescara. Esistono tre forme diverse tra cui una anche allergica. Per evitare questo rischio nel consumo di pesce crudo i ristoratori dovrebbero servire il pescato dopo averlo tenuto 24 ore a 20 gradi sotto zero”.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa