ROMA _ Si è discusso in questi giorni alla Camera, il progetto di legge 2260 sul rilancio della competitività nel settore agroalimentare. Di rilancio però non vi è alcuna traccia. Un provvedimento completamente svuotato di cui rimangono l’etichettatura e la tracciabilità che rappresentano senza dubbio elementi fondamentali per concretizzare un rapporto più trasparente con il consumatore ma di certo oggetto di trattazione in sede europea.

Nessuna traccia di quelle risorse promesse dal Governo e mai reperite. Ad oggi, il numero degli agricoltori è drasticamente diminuito:oggi l’agricoltura da lavoro al 3,8% degli occupati locali, contro il 29,2% dell’industria e il 67% dei servizi. In tutti i provvedimenti varati nel 2010, non c’è stato nulla che riguardasse l’agricoltura: niente risorse per la conferma della fiscalizzazione degli oneri sociali agricoli né per l’esonero dal pagamento delle accise per il gasolio, niente per il settore bieticolo-saccarifero che sta ancora aspettando gli 86 milioni di euro promessi, ma mai erogati.

Sicuramente gli agricoltori vogliono continuare a produrre qualità a prezzi competitivi nonostante la crisi, ma da soli non possono risolvere alcun problema. Una crisi questa che necessita di interventi immediati, diretti e concreti supportati da una vera politica economica per l’agricoltura. Allora, il Governo deve fare delle scelte che siano risolutive e determinanti; ci spieghi il Ministro qual è il ruolo che vuole dare al settore agricolo, all’interno dell’economia del Paese. Deve cambiare l’approccio dell’Esecutivo Nazionale nei confronti dell’agricoltura, è necessario un atteggiamento responsabile ed espresso con atti legislativi a favore dell’iniziativa imprenditoriale agricola, atti sostenuti chiaramente da un alleggerimento degli adempimenti inutili che gravano sulle aziende.

 Esiste una condizione d’emergenza nell’agricoltura italiana che si evidenzia in tutti i comparti ed esiste poi, una forte difficoltà di accesso al credito, che si è purtroppo aggravata a causa della “stretta” bancaria. Nonostante questa situazione di emergenza, il settore viene considerato un ramo dell’economia italiana poco rilevante e l’attuale Governo non ha provveduto a varare misure reali di rilancio del comparto. L’etichettatura, in una situazione così difficile, appare sicuramente utile, ma non di certo risolutiva. Solo se ci saranno contemporaneamente interventi strutturali seri e decisivi, sia avranno dei cambiamenti favorevoli.

IDV Molise

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