CAMPOBASSO _ La tassa sulla prima casa assesta un duro colpo ai bilanci familiari e rischia di causare danni irreparabili in agricoltura con capannoni, stalle, baracche e fienili considerate alla stregua di immobili di pregio. E’ ancora più sconcertante la sperequazione di trattamento tra terremotati con esenzioni limitate ai solo abruzzesi e obbligo di pagare l’IMU su case inagibili per gli altri sgomberati, evacuati e terremotati italiani.

Il principio costituzionale di parità di diritti e doveri tra tutti i cittadini viene sacrificato sull’altare di un provvedimento teso solo a fare cassa, e che penalizza due volte le famiglie in attesa di una nuova casa, e costretti contestualmente a versare l’IMU sugli immobili resi inutilizzabili da una qualsiasi calamità naturale. Non prevedere alcuna forma di agevolazione per le fasce popolari più disagiate, per i nostri connazionali residenti all’estero e per il personale in servizio nelle Forze Armate, conferma l’iniquità di un’imposta che meriterà un urgente riconsiderazione.

Quanti emigranti italiani e molisani hanno ereditato la casa paterna o con grossi sacrifici hanno costruito o comprato una casa nei propri paesi di origine? Con una tassa elevata e ingiusta si indurrà queste famiglie a dismettere e disfarsi di queste proprietà allontanando con fare matrigno milioni di oriundi dall’Italia con danni economici e risentimenti crescenti verso il nostro paese. Cosi come non considerare che un militare, carabiniere, finanziere o poliziotto comandato a spostarsi continuamente per servire lo Stato si ritroverà colpito dall’IMU sulla casa di famiglia nella propria regione di provenienza.

Basterebbero pochi correttivi per rendere il provvedimento meno odioso e certamente sarebbe salutare un immediato taglio ai rimborsi elettorali dei partiti per dare il segno tangibile che a pagare le tasse non siano sempre i soliti noti. Le cifre recuperate ai tesorieri di partiti, vivi e morti, non sarebbero sufficienti a coprire le agevolazioni da concedere ad alcune fasce deboli della società, ma sicuramente renderebbero giustizia al cospetto di una pubblica opinione che non sopporta più le soverchierie sfacciate di partiti irresponsabili.

Michele PETRAROIA

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