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La conferenza stampa
TERMOLI _ ”Illegittimi” per il sindaco di Termoli Antonio Del Brino ”gli atti della lottizzazione Andreoli e per questo motivo e’ stata revocata”. In una conferenza stampa, Di Brino ha spiegato le motivazioni alla base dell’annullamento, in autotutela, dell’iter inerente la realizzazione di una serie di palazzi a ridosso dell’Autostrada A/14, a Termoli, nei pressi dello svincolo autostradale, sotto il quartiere ‘Difesa Grande’. Il consiglio comunale, nell’ultima seduta, ha revocato gli atti della lottizzazione, recependo il parere chiesto dall’Amministrazione sull’opportunita’ di cedere aree situate all’interno della fascia di rispetto dell’autostrada a ridosso della quale sarebbero sorte numerose palazzine di edilizia civile.

Lo scorso 20 giugno era pervenuto in Municipio il parere del legale secondo cui il progetto edificativo: ”stando ai calcoli effettuati dall’ufficio tecnico sulla base della fascia di rispetto autostradale, non sembrerebbe dare contezza della necessaria prevalenza delle aree libere rispetto a quelle vincolate ed inedificabili” così come prevede la legge. La fascia di rispetto dall’A/14 è di 60 metri per cui non ci sarebbero gli spazi previsti dalle normative per poter realizzare i palazzi.

”Per tale motivo gli atti pervenuti sono illegittimi – ha spiegato Di Brino -. A fronte di una chiara indicazione, si e’ ritenuto di dover riconsiderare l’intero procedimento della lottizzazione Andreoli ed intervenire con un nuovo atto in sede di autotutela partendo dalla prima approvazione della stessa ad opera del commissario ad acta e continuando con le successive del Consiglio comunale. Ovviamente la proposta di autotutela non poteva che comportare l’annullamento degli atti amministrativi, avendo come presupposto riscontrati vizi di legittimita”’. Di Brino nel corso dell’incontro pubblico ha ripercorso le varie tappe del progetto partito nel 2003 ed approvato nel febbraio 2008 dal Consiglio comunale dell’epoca, in seconda convocazione.

Per Bruno Verini, presente in conferenza: “si è rispettata la legge nonostante le numerose diffide giunte anche nelle abitazioni private”. La società pugliese ha chiesto al Comune di Termoli un risarcimento di 16 milioni di euro.

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