“Una questione di rispetto”

Basso Caruso da Termëlë TERMOLI _ Una indispensabile premessa e alcuni dati: 542 candidati di tutte le età, molti i giovani;
– di tutti i gradi di istruzione a partire dai pluri-bocciati alle elementari ai pluri-laureati con 110 e lode;
– provenienti da ogni dove anche stranieri; -pochi quelli con esperienza politica molti quelli che si affacciano per la prima volta sulla scena politica;
– 19 liste per 5 candidati sindaci di ogni fede politica; Visti i dati e le cifre si evince che la torre di babele è completa:
 
C’è chi si è candidato perché il suo destino è fare politica ed ha un certo talento. Meno male che, anche se pochi, di questa categoria qualcuno c’è, forse;
C’è chi si è candidato perché pensa di avere le qualità anzi dette ma non sa se adatto o meno ai compiti istituzionali a cui sarebbe chiamato una volta eletto;
C’è chi si è candidato perché non ha lavoro e almeno sbarcherebbe il lunario se eletto;
Chi per megalomania;
Chi per fare numero, cioè per riempire le liste all’ultimo momento, di solito perché pressati e sollecitati dai capi fila;
Addirittura qualcuno si è presentato per avere una licenza militare.
 

 Poi c’è una categoria di cui conosco almeno una persona che ne fa parte, e che si è presentato per “non essere rotto i maroni dagli altri 541 consiglieri che gli avrebbero chiesto il voto”;

E’ pur vero che bisogna cercare i voti e contare su parenti e amici ma è altrettanto vero che bisogna avere rispetto per le persone. Potrebbe passare per i politici, diciamo anziani, che vengono da una scuola dove il chiedere il voto, farselo promettere e poi controllare se te l’hanno dato o meno è una regola, è d’obbligo, ma è odioso che questo venga fatto dalle nuove generazioni… E’ mancanza di rispetto mettere a disagio anche un parente stretto, che magari darebbe il voto a qualcun altro per fede politica come sarebbe normale fare. Per cui io cosa farei se mi dovessi presentare ad una competizione politica? Certo che lo farei sapere anche alla più piccola pietra della strada che mi sono presentato, in qualsiasi maniera, con manifesti, santini, feste e se avessi molti soldi con cene e rinfreschi.
Però, una volta che hai fatto sapere che ti sei presentato è sottinteso che hai chiesto il voto, perché devi mettere in imbarazzo un parente o un amico che ti deve promettere il voto? E vuoi che ti confermi che il voto te lo dà sicuramente per poi terminare con la famosa frase… conto sul tuo voto nella sezione 1…!!! Questo sa che voto nella sez. 1, se gli dico che gli do il voto questo alla fine controlla… Insomma non gli puoi dire di no perché è parente e ti controlla, si ma è di sinistra e io ho idee di destra … insomma un imbarazzo non da poco…alla fine ti senti anche in colpa, ti senti un verme se il voto non glielo dai ma ti senti altrettanto verme se glielo dai perché hai votato contro la tua fede…

Allora fa bene il mio amico, l’unico che si è presentato per non essere rotto i maroni… infatti quando si avvicinano per chiedergli il voto lui gli risponde: Më songhë prësëntät püre ghè….

Basso Caruso da Termëlë
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7 Commenti

  1. Il punto è:in questo modo la politica diventa mercato.Credo che le persone che non hanno seguito percorsi formativi, politici ecc non debbano presentarsi e chiedere il voto (per cosa?)…devono prima conoscere, apprendere, confrontarsi,cercare di capire e dopo, solo dopo, scendere in campo, se lo sentono dal profondo del cuore come un atto di generosità e servizio alla comunità…dimenticavo…debbono avere già un lavoro altrimenti non sono credibili. BASTA CON LA POLITICA DA QUATTRO SOLDI W LA PRIMA REPUBBLICA almeno i politici nella maggior parte dei casi avevano cultura da vendere!

  2. Fate Voi
    Sopravvivo a Termoli da diversi anni con mia moglie termolese disoccupata e i miei 3 figli(tutti minori)in una casa in affitto.Ho un lavoro precario(nonostante i miei 45 anni)c/o la Provincia a Chieti.A parte la moltitudine di vigili urbani che sembrano i veri padroni della città,è con profondo rammarico che vivo il disinteresse quotidiano sempre più sprezzante delle istituzioni cittadine nei confronti di chi li ha chiamati a rappresentarli specie se appartenenti a classi sociali economicamente più svantaggiate.Non credo che queste belle facce sorridenti note o meno che siano,trascurino i loro interessi per occuparsi di noi.Il dialogo che rappresentava un’opportunità fra cittadino e Politico si estinse in un lontano giorno della prima Repubblica.Vengo da un paesino dell’entroterra abruzzese il cui sindaco era un certo Remo Gaspari.

  3. capd….
    Guardi che ignorante e villano sasà Lei e la sua stirpigna.Io ho letto benissimo il Suo brillante articolo di altissimo giornalismo ma non capisco come fa ad abbinarlo ad una faccia, la Sua, in cui tutti, e dico tutti, leggono …presunzione, rozzezza e instabilità caratteriale…