Ruppi con il Papa e Di Giandomenico
TERMOLI _ Caro Monsignor Ruppi,

è sempre difficile trovare le parole giuste per esprimere i propri sentimenti, soprattutto quando l’emozione ti prende il cuore e ti soffoca il respiro. Ti solleva però l’animo la certezza di aver condivisto un percorso e aver appreso tanto dall’esempio di un Instancabile Lavoratore nella Vigna del Signore, come amavate ripetere negli ultimi incontri che abbiamo avuto. Ripercorrere un cammino nella amata Termoli, che divenne subito Vostra, rappresenta un mettere insieme tanti piccoli granelli, minuscoli semi, che hanno lievitato in tante coscienze e che hanno portato ad un periodo di fecondo cammino spirituale e sociale della nostra e Vostra Comunità.
Vi accogliemmo, quando veniste come Vescovo, sotto la Madonnina ed il Vostro ultimo saluto, prima del commiato per la nobile terra del Salento
, fu benedicendo il quartiere di Santa Maria degli Angeli. Padre, Maestro e Pastore: come ci tenevate a questi tre vocaboli che avete interpretato in modo mirabile! Sì, perchè i figli hanno bisogno di un Padre, uno vero che poi sia anche Maestro. E le due figure si uniscono in quello del Pastore, il Buon Pastore che ama, protegge e guida il proprio gregge, dando tutto se stesso ed illuminando con l’esempio concreto di una vita di insegnamento vero e profondo. Di tutto questo, e di altro ancora, Vi sono grato.

Di incontri pubblici e di momenti personali che hanno scandito un’amicizia, ma direi una devozione, durata sino ad oggi e che durerà sempre. Sono certo che il legame che Vi ha unito alla nostra Città oggi diventa più stretto e se sentiamo il dolore della spada che recide un affetto terreno, resta in tutti noi la grande certezza che continuerete a pregare pel la Vostra amata Termoli.

Con affetto e riconoscenza
On. Remo Di Giandomenico

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3 Commenti

  1. Caro Gattone in questi anni di progressi ne abbiamo fatti tanti e tu ne sei stato testimone ed anche in molti casi artefice. Ora cosa ci riserva il futuro? Siamo stanchi delle chiacchiere. Vogliamo i fatti: la politica deve ritornare ad ascoltare i cittadini e scegliere il futuro non vivere miseramente il presente cercando di rimanere a galla. Che miseria.