TERMOLI _ L’Associazione Ecologisti Democratici del Molise chiede al Presidente del Consiglio Regionale, Mario Pietracupa, di rendere pubblico tempestivamente il resoconto della seduta consiliare del 4 febbraio 2012 sullo Zuccherificio, per accertare l’ipotesi menzionata in quella sede, dal Presidente della Giunta Regionale, che in caso di fallimento aziendale, potrebbe riemergere un interesse di operatori economici già affacciato in passato, di liberarsi di lavoratori e bieticoltori, e riconvertire lo stabilimento in una seconda Centrale Turbogas di Termoli con pochissimi addetti e profitti eccezionali.

Per gli Eco.Dem una tale eventualità va scongiurata con atti istituzionali chiari del Comune di Termoli, della Provincia di Campobasso, della Regione Molise, il Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente. Per gli Ecologisti Democratici è auspicabile una ventata di aria fresca di ogni genere allo Zuccherificio se ne ricorrono i presupposti giudiziari, amministrativi e gestionali, procedendo con apposite misure nei confronti di coloro che, eventualmente, hanno violato le leggi dello Stato e fermo restando la presunzione d’innocenza di indagati e imputati fino a sentenza passata in giudicato.

Ma in nessun caso un eventuale fallimento dello Zuccherificio dovrà costituire un mezzo per licenziare lavoratori e produttori, acquisire a pochi spiccioli gli impianti, con una nuova società e riconvertire l’attività a Centrale Turbogas in un’area già congestionata da aziende chimiche e da un’altra Turbogas. Su una simile prospettiva, le parole di generica contrarietà non bastano. Servono atti di diniego che precludano questo percorso.

Il Presidente Eco.Dem Molise Piera Liberanome

Articolo precedenteIl Tg Niùs svela «‘A zëbbrèttë» alla termolese
Articolo successivoEmergenza neve, interrogazione della Di Giuseppe in Commissione agricoltura

2 Commenti

  1. un cadavere pestilenziale
    Lo zuccherificio morente continua a spargere i suoi veleni. Ho letto che altri creditori vantano 2,5 milioni di euro e che Perna per uscire dal business vuole 5 milioni di euro i quali aggiunti a 4 vantati dala società del gas fanno 11,5 milioni. Solo per saziare i creditori. Quindi il denaro dell’aumento di capitale andrebbe tutto per azzerare i debiti? con quali soldi si fa la riconversione ad industria turbogas? Se la regione vuole impiantare una seconda turbogas deve installarla a Venafro dove era prevista e non a Termoli dove c’è n’è già una.
    Nè si può pensare di sostituire lo zuccherificio con una turbogas, perchè non si tratta di ristrutturare un appartamento, ma di costruire ex novo un industria che brucia un enorme quantità di gas e non può essere allocata a 2 km in linea d’aria da Portocannone un paese di tremila abitanti. La legge lo vieta e noi del paese faremo ricorso al tar. Per concludere, dunque, far fallire lo zuccherificio e risparmarie i 15 milioni di euro, poi fare la turbogas a Venafro dove era prevista, perchè in molise non ci sono cittadini di serie a, quelli residenti in provincia di Isernia e cittadini di serie b quelli residenti a Termoli.
    Così abbia termine l’agonia dello zuccherificio e si dia sepoltura definitiva ad un’industria che che ha già fatto troppi danni alle casse della regione.

  2. ipotesi demenziale
    Qui si vuole alzare un polverone. Si gioca con le parole. Riconvertire un’industria, per altro vecchia, con una filiera tecnologica adatta alla produzione dello zucchero, a diventare una centrale per la produzione di energia è qualcosa di demenziale. Chiunque abbia un minimo di sale in zucca capisce che è un bluff o uno scaltro alibi. Allora qual’è la posta in gioco?
    La questione è presto detta. Lo zuccherificio non serve a niente è un ferrovecchio da abbattere il prima possibile perché irrecuperabile. Questo lo sanno tutti. Ma come approfittare di questa situazione per lucrare. Ecco come si fa. Il bussiness del secolo sono le centrali turbogas.Anche questo lo sanno tutti. Quella della Sorgenia, per fare un esempio, va a gonfie vele, è costata 800 milioni di euro e in pochi anni è già un grosso affare, tanto che si permette il lusso di distribuire milioni di euro ai comuni di Termoli, Portocannone, ecc. Tutti contenti. Allora perché non farne un’altra?
    Già, ma nessuno la vuole. Non la vuole Venafro che ha mobilitato il cielo e la terra per non farla, con il Presidente Iorio che ha fatto addirittura ricorso al Tar per impedirlo, insomma non la vuole nessuno. Perché non farla a Termoli, allora? Ma Termoli è satura, c’è la sorgenia, c’è la fiat con la sua centrale, c’è qualche altra industria che brucia biomasse; Ecco allora lo zampino di un furbone; non si tratta di una turbogas ma di una riconversione dello zuccherificio. La regione si accolla i debiti, il privato entra nell’affare solo con l’assicurazione di avere l’autorizzazione ad impiantare una seconda turbogas. Le opposizione frastornate si bevono la favola dei posti di lavoro da tutelare, dopo qualche strepito accettano.Avuta la licenza il privato non deve fare altro che venderla ad un grande industriale.
    Alla fine dell’operazione ci sarà un 10% netto da intascare. Sono 80 milioni di euro per un’operazione, tutto sommato, banale, alla faccia dei termolesi e della popolazione di portocannone che dovrà sopportare un altra industria altamente impattante, dovendosi accontentare delle bricciole. Questo è il piattino che stanno preparando i nostri illuminati amministratori.