CAMPOBASSO – Lo confessiamo, ci saremmo aspettati comportamenti diversi da parte del governo regionale. I presupposti c’erano tutti: solida maggioranza, voglia dei molisani di voltare pagina, opposizione sfilacciata, contesto socio economico che impone delle priorità in materia di programmazione regionale e deve determinare scelte coerenti con gli obiettivi programmatici enunciati in campagna elettorale. Il lodevole sforzo che qualcuno sta profondendo per rispondere efficacemente alle sfide che la società molisana ha di fronte, si sta infrangendo contro i muri del trasformismo più deleterio e contro gli appetiti di quanti pensano di poter proliferare nel sottobosco degli incarichi regionali per “nomina ricevuta”.
Il banco di prova è stato quello relativo alle nomine negli enti regionali. Si sono contrapposte legittime aspirazioni a pesanti richieste di mettere il cappello del proprio gruppo consiliare nei vari comitati ed enti. Il risultato, spulciando l’elenco dei nominati, è non solo deludente, ma in alcuni casi, inquietante. Le parole della nuova politica dovrebbero essere: competenza, spirito di servizio e storia personale cristallina.
Ebbene in alcuni casi, la parola esperto è un semplice eufemismo, in altri è prevalsa la regola dell’occupazione di posti di potere, in altri il solito cambio di casacca, ed in qualche altro sembra che non si sia tenuto conto nemmeno dei procedimenti pendenti. Così assistiamo alla nomina, in qualità di esperti, di persone che nella loro vita hanno utilizzato le istituzioni pubbliche per i propri interessi, infrangendo le più elementari regole riguardanti la gestione del pubblico denaro. Cos’altro deve fare un soggetto perché non venga considerato esperto in una commissione regionale?
Il Presidente del Consiglio regionale ha sostenuto che, nelle nomine, si è tenuto conto delle professionalità e dell’appartenenza. Nei giorni scorsi è stato da noi invitato a fare una valutazione attenta sul tema. Speriamo che consideri le nostre argomentazioni e che si possano cancellare delle nomine francamente inadeguate. Intanto esprimiamo il nostro dissenso su questo modo di procede che può determinare un’ulteriore disaffezione nei confronti delle istituzioni, viste non come luoghi pubblici nei quali persone competenti e trasparenti, danno il proprio contributo per la soluzione dei problemi, ma come posti da occupare prescindendo dalla storia personale dei singoli. Sarebbe un segnale devastante per il nostro fragile Molise.
Il segretario regionale Sergio Sorella