Sel Molise
CAMPOBASSO _ Il Governo Monti è ormai entrato in carica, accompagnato da attese e speranze ma anche da qualche timore. «Come partito di sinistra crediamo serva tanta prudenza prima di esprimere giudizi definitivi, anche in considerazione della delicatezza del momento, dice il coordinatore regionale di SEL Molise Candido Paglione. Un primo importante passo in avanti è il superamento di Berlusconi e l’accantonamento di una certa politica antimeridionalista, oltre che il cambiamento di un costume politico che ci ha messo in imbarazzo agli occhi del mondo intero.

E’ positivo, infatti, vedere, ad esempio, un ministero per la coesione alla cui guida è stato chiamato Fabrizio Barca che, una quindicina di anni fa, voluto dal Ministro Ciampi (governo Prodi) alla cabina di regia delle politiche comunitarie, si è poi occupato concretamente del Mezzogiorno, con la grande intuizione degli strumenti della cosiddetta programmazione negoziata (Patti territoriali, accordi di programma, contratto d’area).

E non è poca cosa, tra l’altro, sapere che di queste cose non si occuperanno più i ministri leghisti! Così come è assolutamente positiva la nomina di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, a ministro della cooperazione e dell’integrazione. Ed è altrettanto bello ritrovarsi, dalla sera alla mattina, con Brunetta, Gelmini e La Russa che non sono più ministri. Tuttavia, prosegue Paglione, mentre è doveroso prendere atto di un cambio radicale nello stile e nell’approccio al governo delle istituzioni (si passa da una lunghissima stagione politica caratterizzata dalle notizie riguardanti le notti del Presidente del Consiglio, ad uno stile diverso, quello dell’uomo con il trolley, con una sobrietà e un aplomb che rilanciano di sicuro l’immagine dell’Italia nel mondo) con un modo di esprimersi misurato e consono al ruolo che si riveste, non possiamo essere totalmente soddisfatti degli impegni programmatici illustrati al Parlamento». «Noi di SEL avevamo espresso apprezzamento per l’indubbia qualità dei ministri e per quello che di conseguenza ci saremmo aspettati: una sostanziale discontinuità con la politica berlusconiana».

«Prendiamo atto, purtroppo della difficoltà manifestata da Monti ad assumere iniziative forti nel segno di una effettiva equità nel chiedere sacrifici al Paese, proprio per tirare una linea netta con il passato berlusconiano». «Il riferimento, per Paglione, è al fatto di non aver voluto inserire nelle linee programmatiche l’istituzione di una patrimoniale sulle grandi ricchezze e la riduzione delle spese militari». La patrimoniale sulle grandi ricchezze parte dal presupposto che in Italia il 10% della popolazione possiede il 45% delle ricchezze complessive; addirittura l’1%, da solo, possiede il 13% delle ricchezze. Per SEL un’imposizione straordinaria e immediata, ad aliquota giusta, farebbe ricavare subito diverse decine di miliardi di euro che ci consentirebbero di abbattere il debito e di superare questa difficile fase di emergenza finanziaria, restituendo ossigeno al bilancio pubblico.

In alternativa, si potrebbe pensare ad un’aliquota ordinaria, molto modesta (anche solo lo 0,5% o l’1%) che potrebbe garantire ogni anno dai 10 ai 20 miliardi di euro. La riduzione delle spese militari è, poi, ormai ineludibile, perché è intollerabile, soprattutto in un momento di crisi così grave, uno spreco di risorse per continuare a finanziare avventure militari all’estero o addirittura delle vere e proprie guerre. Anche in questo caso si risparmierebbero alcuni miliardi di euro che potrebbero essere impiegati per l’istituzione di un reddito sociale per i precari e disoccupati, per la scuola e la ricerca, per finanziare le energie alternative, l’agricoltura sostenibile, la difesa del suolo e dell’ambiente, la tutela dei beni comuni. «Dunque – conclude il coordinatore regionale di SEL Candido Paglione – per adesso il Governo Monti presenta luci e ombre. Noi di SEL, che non siamo presenti in Parlamento, assicuriamo comunque un’opera di vigilanza e di stimolo attraverso il coinvolgimento dei cittadini».

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