LARINO _ Si può dire questo è più buono di quest’altro, ma non che non è buono. Parliamo dei vini del Molise e delle quasi 20 aziende, la gran parte nelle mani di giovani imprenditori bravi e capaci, che imbottigliano vini proveniente soprattutto da uve del vitigno più amato dalle regioni della fascia Adriatica, il “Montepulciano” per quanto riguarda i vini rossi e uve di “Trebbiano”, per quanto riguarda i bianchi, il vitigno più diffuso in Italia, dopo il “Sangiovese”. Quest’ultimo diffuso anche nel Molise, insieme all’Aglianico, l’altro grande vitigno che qualcuno considera tra i più importanti nel mondo, e il “Prugnolo”, una delicatezza proveniente dalla Toscana. E poi la grande “Falanghina”, il “Greco” e il “Fiano” che ci riportano alla Campania, la culla della vitivinicoltura in Italia, con il primo sbarco a Cuma dalla Grecia di questi vitigni, non a caso, “antichi” e poi il vitigno principe dei vini bianchi della Puglia, il “Bombino” .

Un vigneto ricco di varietà e di opportunità che, oggi, ripetiamo, è in grado, grazie alla passione dei nostri vecchi e giovani viticoltori imbottigliatori e dei bravi tecnici, di far conoscere il Molise attraverso i suoi vini, tra i quali non abbiamo dimenticato, l’autocono, cioè il paesano, quello del luogo, quello che, per secoli, nel Molise centrale dove si era diffuso e veniva adorato e desiderato, voleva dire “Vino”, la “Tintilia” o la “Tintiglia”, la bontà di quell’area interna che questo generoso vitigno ha alimentato. Vitigni che danno vita a tre Doc (Denominazione di origine controllata), “Molise”, “Biferno” e “Pentro o Pentro d’Isernia” e a due Igt, “Osco o Terre degli Osci”, in provincia di Campobasso e “Rotae”, in provincia di Isernia. Un mare di vini con oltre 20 tipologie che, oggi, il consumatore del mondo conosce e riconosce attraverso le medaglie conquistate nei più importanti concorsi enologici, in Italia e nel mondo. E, poi, l’Olio Extravergine di Oliva “Molise” Dop (Denominazione di origine protetta), che l’altro giorno ha trovato con il Premio “Goccia d’Oro” i suoi premiati da una selezione tra le più stitiche tra tutti i panel italiani, quella, però, che permette agli oli selezionati di potersi presentare in qualsiasi concorso, nazionale e internazionale, con buone speranze di vincere e, comunque, di essere citati tra i migliori.

In totale sono 20 gli oli che hanno superato la difficile prova del Premio “Goccia d’Oro”, a dimostrazione di una qualità diffusa sul territorio a garanzia del consumatore. Di Pietro Sabrina – Mafalda; Frantoio Oleario Di Battista Manrico – Santa Croce di Magliano; Villani Antonio – Campomarino, segnati con il primo premio e, subito dopo gli altri, Colonna Marina di San Martino in Pesilis; Tamaro Giorgio-Termoli; Chimisso Giuseppe- Ururi; Liliana Pasquale San Giuliano di Puglia come Di Iorio Donato, Tagliaferri Domenico (Spenny) e Cirelli Giuseppina; Radatti Antonio – Guglionesi; Cipressi Antonio-Acquaviva Colle Croce; Di Vito Giovanni-Campomarino, per chiudere con gli oli tutti a base di “Gentile di Larino” Pastorini Fabrizio, i F.lli Gasdia, Casa del Vento “Olio di Flora”, Gammieri Lorenzo; Azienda Genoeffa; Cooperativa Olearia Larinese; Muheim Anna Rita Dorothea. Oli che saranno oggetto di “2011- Andare per olio nel Molise”, la pubblicazione che riprende quella dello scorso anno della Provincia di Campobasso e arrederanno lo stand prenotato a “Trieste-Olio Capitale”, dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, per nuove avventure sui mercati del mondo. Il “Tartufo” bianco, i tartufi che danno primati a questa nostra terra e sempre più immagine, grazie alle iniziative avviate negli ultimi due anni dalle due Province e dalla Regione Molise.

L’antica arte della transumanza, quella dei casari, che rendono deliziosi e vincenti i latticini ed i formaggi, tra i quali spicca la Dop “Caciocavallo Silano” vincitore e premiato in importanti concorsi internazionali. Il miele, i sottoli, l’arte antica delle nostre donne, senza dimenticare il pescato con la sua particolare cucina marinara che fanno di Termoli una capitale, abilmente interpretata dai bravi ristoratori molisani che si stanno facendo onore sulle guide. Chiudiamo con la pasta, il prodotto che per primo e, forse, più di ogni altro, ha fatto parlare e conoscere il Molise. Un tempo capitale con Campobasso.

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