CAMPOBASSO _ “Le domande che Massimo Romano ha rivolto ad Antonio Di Pietro continuano a rimanere senza risposta. Eppure non dovrebbe essere così difficile rispondere: perché Di Pietro sin dal giorno successivo alle elezioni comunali ha premiato tutti coloro che hanno combattuto contro Italia dei Valori? E soprattutto, perché se l’accordo tra Di Pietro e D’Ascanio era già stato siglato da tempo, quell’intesa non si raggiunse già in occasione delle comunali? Che senso e soprattutto che finalità aveva lacerare ancora di più un centrosinistra già diviso?” – così Michele Coralbo, ingegnere e consigliere comunale di Campobasso, eletto nelle liste dell’Italia dei Valori con Massimo Romano e ora tra i più attivi sostenitori del movimento civico che sarà lanciato il prossimo 28 novembre. Ho scelto di candidarmi con l’Italia dei Valori al Comune di Campobasso raccogliendo l’invito di Di Pietro e di Massimo Romano a contribuire ad un ricambio generazionale della classe dirigente. Pur essendo alla mia prima esperienza politica, sono stato eletto consigliere comunale con un ampio consenso elettorale. Ricordo che la prima uscita pubblica della campagna elettorale, già in gennaio, fu un convegno sull’urbanistica a Campobasso per denunciare la nostra contrarietà alla massiccia cementificazione dell’ex Romagnoli per la costruzione del Palazzo della Regione fortemente voluta dal Presidente della Regione Iorio e dall’Assessore regionale Vitagliano. Al convegno partecipò anche il senatore IdV Pancho Pardi, già leader dei girotondi ed illustre studioso di urbanistica che supportò la nostra iniziativa sia in termini politici che con spunti tecnici di altissimo livello. Possibile che oggi debba essere un mistero conoscere la posizione di Di Pietro su quella gigantesca operazione?”

“In relazione alle dichiarazioni che il Presidente della Provincia D’Ascanio ha rilasciato alla stampa, dove afferma di essere alternativo a Iorio e di lavorare per un’alternativa a Iorio, sarebbe interessante sapere cosa ne pensi di quella operazione immobiliare, visto che Di Pietro ha scelto di non rispondere e Caterina ha preferito replicare sullo Statuto regionale e sulle comunità montane. Proprio perché si tratta di posizioni politiche, una risposta non dovrebbe creare alcun imbarazzo. O almeno credo. Un argomento così importante non riguarda, infatti, solo le scelte urbanistiche di Campobasso ma anche il rapporto tra la politica e la gestione del denaro pubblico (si tratta di una operazione da 100 Milioni di euro), l’assetto del territorio e dell’ambiente urbano e soprattutto il rapporto che in concreto esiste con il Presidente della Regione e con l’Assessore Vitagliano.”

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