CAMPOBASSO _ L’acuto osservatore, Giuseppe Tabasso, in una recente nota stampa in cui commenta il Congresso del P.D. come un’occasione sprecata mi definisce un togliattiano. Raccolgo la provocazione e indico con chiarezza i tratti salienti di un partito che va ancora costruito. Il PD deve essere una forza politica aperta, pluralista, radicata sul territorio, strutturata e ben organizzata. Un partito con un gruppo dirigente coeso e solidale che rispetta e valorizza il dissenso, in grado di dialogare costantemente con la società civile, difendere la Costituzione, tutelare i lavoratori, sostenere le imprese oneste, assicurare il diritto allo studio, premiare il merito, incentivare la ricerca, consolidare i sistemi di protezione sociale a partire da sanità e previdenza, tenere unita l’Italia, educare i giovani al rispetto delle regole, dare esempi di sobrietà e competenza. Il PD non nasce da un predellino d’automobile, non ha padroni o padrini né capi-masseria o signorotti. Non è il prodotto di un sondaggio o un invenzione di marketing.

Le lotte per la libertà e l’emancipazione dei popoli partita dalle rivoluzioni francese e americana, gli ideali mazziniani, la storia del movimento operaio e del solidarismo cristiano, l’antifascismo, le battaglie per i diritti delle donne, l’impegno in difesa della pace e dell’ambiente, l’utopia di una società più giusta senza discriminazioni, né fame o sfruttamento, dove possono continuare a vivere politicamente se non nel Partito Democratico ? Ma senza un partito organizzato con queste radici piantate nella storia e con lo sguardo rivolto alle nuove sfide del futuro si fa politica o si fa accademia ? Antonio Gramsci rivolgendosi ai soggetti più deboli della società suggeriva “ Organizzatevi che abbiamo bisogno di tutta la vostra forza.

Studiate che abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza “. Per me aveva ragione e se non si costruisce insieme un partito aperto, pluralista e solidale, i cittadini non avranno uno strumento per difendersi da vecchie e nuove ingiustizie perpetrate senza alcun pudore da una destra peronista. Mi sono messo al servizio del PD molisano perché, caro Tabasso, ho pagato sulla mia pelle l’insufficienza di un’opposizione dura alla Giunta di Michele Iorio in questi tre anni di legislatura.

Non ho lesinato proposte, mozioni, interpellanze e emendamenti come si può evincere cliccando sul sito internet della Regione in cui sono riportate le registrazioni di tutte le sedute consiliari. Su ogni questione ho sempre argomentato e avanzato proposte alternative che ho diffuso regolarmente agli organi di informazione tanto da meritarmi decine di tapiri per l’eccesso di opposizione, di interventi e di denunce. Essere redarguito perché non ho mai avanzate mie idee di merito sui problemi regionali è quanto meno anomalo.

Altro è lo spazio che una singola figura che si oppone al potere riesce ad avere su TV e stampa locale. Ribadisco la mia valutazione positiva sul percorso congressuale del PD che ha visto partecipare duemila iscritti in 70 assemblee di circolo con un confronto di merito sulle mozioni nazionali e sulle proposte regionali. Si tratta ora di evidenziare meglio le linee programmatiche di ciascun candidato ponendole all’attenzione di migliaia di cittadini che potranno scegliere liberamente il prossimo 25 ottobre chi dovrà guidare il PD nazionale ed il PD molisano. Altro che occasione sciupata ! Cosa c’è in Italia, oggi, di più democratico ?

                                                                                                                               Michele Petraroia

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