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TERMOLI – Questione “Blu Costruzioni”: il comune presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Larino ed alla corte dei Conti. Ad annunciarlo, ieri, il sindaco Antonio Di Brino che, senza mezzi termini, ha voluto “alzare i veli” su una vicenda trasformatasi in una “soap-opera” urbana fatta di polemiche anche politiche a tratti violente, accuse e recriminazioni che hanno fatto discutere i termolesi per mesi.
Di Brino, una volta siglata l’intesa con la società edile che prevede la realizzazione di una palazzina di 3 piani adiacente la Chiesa del Crocifisso a Termoli, in una delle ultime aree verdi della città in cambio della cessione all’ente municipale di alcuni ettari di terreni di Piazza Giovanni Paolo II, ha voluto chiudere il cerchio in via definitiva attorno alla “faccenda” per evitare il pagamento di una mega “fattura” da 12 milioni di euro presentata dalla “Blu Costruzioni” a titolo di risarcimento danni per la mancata utilizzazione di 2 ettari e mezzo di terreno in Piazza Giovanni Paolo II per 8 anni a seguito, sembrerebbe, di scelte dell’ente decise nel 2005.
Di Brino non fa mistero della difficoltà a risolvere l’intricatissima vicenda ma anche dell’obbligo a dover chiudere un accordo che non avrebbe voluto, preferendo altre soluzioni come quella di restituire il terreno di Piazza del Papa ai titolari. Tale operazione, però, è ormai impraticabile per la messa in liquidazione della Tua, società di trasformazione urbana a cui, nel 2005, furono trasferiti dal Comune di Termoli qui terreni senza che il’ente stesso ne avesse la completa proprietà.
Su questo aspetto della storia, Di Brino, ieri, ha affondato il “coltello” contro l’ex primo cittadino, Di Giandomenico, attualmente consigliere di minoranza. “Questa vicenda ha radici antiche. Nasce da un conferimento di terreno di circa 5 ettari, l’intera Piazza del Papa, fatta dal Comune alla Tua (società di trasformazione urbana dello stesso Comune) nel novembre del 2005 – ha spiegato Di Brino -. Due ettari di quell’appezzamento non erano di proprietà dell’ente ma degli eredi della contessa Petti. Dunque l’allora sindaco ha venduto un bene che non era di proprietà del Municipio come fece Totò con la Fontana di Trevi. Lo stesso Di Giandomenico, nel tentativo di sanare la vicenda, propose l’accordo di programma alle eredi dandogli il diritto di costruire un palazzo vicino la chiesa in cambio della titolarità di quegli ettari. Queste ultime vendettero quell’intesa a Blu Costruzioni ma tale accordo non fu mai ratificato da un consiglio comunale”.
Al momento dell’insediamento, Di Brino si è visto “piovere” la grossa “tegola” sul capo. Nell’intesa di oggi sono previsti anche interventi migliorativi come la sistemazione dell’area davanti la chiesa, la costruzione di una rotonda in via Montecarlo e la realizzazione di parcheggi nella zona dell’ex sidis.
Insieme a tanti cittadini mi chiedo: perché il sindaco ha ritenuto passaggio obbligato siglare l’intesa con la Blu Costruzioni onde evitare un risarcimento milionario e, invece, ha cestinato l’accordo con la Nidaco per la realizzazione dei parcheggi sotto piazza S. Antonio? Anche questa sua decisione espone il Comune al probabile rischio di dover risarcire la Ditta Nidaco. Lui, inoltre, afferma che era sua intenzione restituire il terreno ai titolari della Blu Costruzioni ma che ciò non è stato possibile a causa dello scioglimento della T.U.A. Una cosa per volta Ma non è stato proprio lui a liquidare la T.U.A.?