Video della conferenza stampa.

Remo Di Giandomenico in conferenzaTERMOLI – “Abbiamo chiesto l’interruzione dei lavori della palazzina vicino la chiesa del Crocifisso. Se non arriverà lo stop dal Presidente Frattura ci rivolgeremo ad altre autorità”. E’ quanto dichiarato da Remo Di Giandomenico, consigliere comunale di minoranza di Termoli già sindaco e Deputato della città, nel corso della conferenza stampa sulla nota vicenda legata alla realizzazione da parte della società “Blu Costruzioni” di appartamenti adiacenti il luogo sacro, nel quartiere del Crocifisso a seguito di accordo di programma stipulato con il Comune di Termoli ed approvato in Consiglio comunale.

All’incontro hanno preso parte anche altri esponenti dell’opposizione, Giuseppe Mottola dei Popolari Liberali e Giuseppe De Lena. Di Giandomencio ha sottolineato come, durante il suo mandato, non sia stato ratificato nessun accordo di programma con la Blu costruzioni, che nessuna palazzina era stata prevista vicino la chiesa e, che, dei terreni di Piazza del Papa ceduti alla Tua, società di trasformazione urbana del Comune di Termoli, non è stata trasferita la proprietà ma la disponibilità.

Altrimenti le eredi della contessa Petti – ha chiarito Di Giandomenico – non avrebbero potuto vendere l’accordo alla società Blu Costruzioni che ha acquistato l’area“.

Di Giandomenico, con il Prg di Perugini alla mano, ripercorre quanto previsto dal piano regolatore e sottolinea che l’iter amministrativo seguito dal comune per l’approvazione di tale intesa non è corretto ribadendo la necessità di dire “stop” alla costruzione della palazzina, già in atto ed anche a gran velocità.

Durante il mio mandato in quell’area erano previste altre cose – ha detto ancora il politico termolese -. E’ possibile, e questo non lo nego, che durante le riunioni sull’accordo di programma, il comitato di cui non facevo parte possa aver discusso di tale possibilità ma nessun accordo è stato fatto quando c’ero io. E non ho certo venduto la Fontana di Trevi come mi si accusa con un parallelismo”.

L’ex sindaco incalza invece Di Brino e dice: “Chiediamo di verificare la correttezza della presenza di due parenti nel comitato per l’accordo di programma, la correttezza della nomina di un funzionario comunale al posto dell’esperto individuato nel decreto del sindaco, la correttezza della pubblicazione dell’accordo per eventuali osservazioni, la correttezza del decreto di approvazione dell’arccordo, adottato prima della delibera di Giunta del 21 maggio 2013 e prima della delibera di consiglio comunale del 7 giugno 2013. E ancora. La correttezza della pubblicazione del decreto 7 del 13 maggio scorso avvenuta sul burm il 1 giugno, prima della ratifica dell’accordo da parte del consiglio comunale de 7 giugno.

Chiediamo, inoltre, di verificare l’aspetto urbanistico: in particolare se è possibile considerare solo un’area nella zona di riqualificazione C ritenendo un edificio privato di interesse pubblico, se è possibile ritenere bilanciati gli standars urbanistici in quanto il prg è dimensionato per 54 mila ebitanti a fronte degli attuali 33 mila”.

Di Giandomenico chiede ancora di verificare sul bilancio delle “utilità economico-finanziarie” pubbliche e private, in particolare: la valutazione con perizia giurata di un tecnico designato dal Presidente del Tribunale di Larino che stimava le aree concesse dall’accordo di programma in 30 euro al metro quadrato nel novembre del 2005 a fronte di un valore dichiarato dalla ditta privata di 2 milioni 588 mila euro per16.280 metri quadri.
E ancora: la valutazione dei 12 mila metri cubi concessi dal Comune considerato che la società pubblica comunale nel 2005 alienò cubature di proprietà comunale nella stessa zona per 180 euro più iva al metro cubo.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa