TERMOLI – L’on. P.D. Roberto Morassut ha depositato alla Camera dei Deputati una proposta di legge che prevede la riduzione del numero delle Regioni,dalle attuali 20 a 12, spiegando alla stampa che, a suo modo di vedere “…la storia del regionalismo in Italia ha avuto un corso contraddittorio,importante per la crescita e lo sviluppo del Paese,ma anche, a distanza di anni, portatore di distorsioni se non di degenerazioni che sono parte in causa ed effetto del progressivo sfaldamento del sistema politico italiano…” Pare di capire che l’idea guida del progetto di legge non sia solo quella di ridurre il numero delle Regioni e quindi i costi, ma di mettere in discussione il regionalismo ed il sistema delle autonomie che ormai è diventato portatore di “distorsioni e di degenerazioni”.
Il fatto nuovo è che per la prima volta l’idea della revisione dell’attuale regionalismo viene tradotto in un atto parlamentare formale e con singolare coincidenza temporale con le esternazioni fatte dal Presidente del Consiglio sul medesimo tema, proprio in questi giorni. Di qui la sensazione più che concreta, che la sortita dell’on Roberto Morassut ,che appartiene allo stesso Partito di Matteo Renzi, non sia solo una uscita estemporanea di chi cerca di ritagliarsi uno spazio di visibilità, ma che possa essere invece il classico sasso nello stagno per far discutere un progetto già definito in sede politica nelle sue linee essenziali, un disegno entrato nell’agenda parlamentare destinato a mettere in discussione l’attuale concezione delle autonomie locali e del regionalismo.

Non ci vuole grande acume politico per registrare che da qualche tempo è in atto nel governo del Paese un complessivo disegno di “smantellamento” di quel sistema di garanzie e di decentramento dei poteri, dei servizi territoriali e più in generale del welfare costruito a partire dagli anni settanta ed oggi considerato non più sostenibile sul piano dei costi economici e della complessiva inefficienza. Sono sempre stato convinto che la Politica assolve al suo ruolo solo se è in grado di leggere gli eventi ed ove possibile anticiparne le soluzioni. E qui vengo al problema del Molise ( come anche di altre realtà territoriali minori). Siamo ormai di fronte ad una scelta drammatica: insistere sulla linea di difesa della “identità e della autonomia” o raccogliere l’invito che pure si è levato in più occasioni dal vicino Abruzzo a ragionare in termini di macro area, così da diventare interlocutori veri di un progetto complessivo di revisione della geografia regionale già irreversibilmente in atto. E mi chiedo se questo silenzio delle Istituzioni regionali, espressioni peraltro dello stesso Partito politico dell’on Morassut, non sia più dannoso per il Molise rispetto ad una auspicata presa di posizione qualunque essa sia.

L’idea, inserita nel progetto di legge Morassut, di portare la Provincia di Isernia nella Regione Adriatica e Campobasso quale punta estrema della Regione del Levante mi sembra francamente un eccesso, ma se l’obiettivo vero fosse quello di smembrare il Molise non vi è dubbio che non avremmo altra soluzione che raccogliere la disponibilità di chi ce l’ha già offerta. E non sarebbe il caso che qualcuno si attivasse con assoluta urgenza per saperne di più sulla vicenda e su quanto eventualmente gia deciso circa le sorti di questa “bella d’erbe famiglia e d’animali” ? Perchè se si continua così temo davvero che al nostro Molise non resteranno altro che… i Sepolcri.

Oreste Campopiano

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