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Antonio Saburro
CAMPOMARINO _ Il Sindaco Camilleri fa finta di non capire il punto di “snodo” del suo illegittimo comportamento in ordine al “Caso D’Aprile”. Il Tribunale di Larino, a seguito di un nostro ricorso, ha dichiarato la decadenza del D’Aprile perché “non candidabile”. Camilleri e la sua maggioranza, incurante dell’Atto di Diffida a provvedere ad assolvere al dettato della legge, con la complicità del Presidente del Consiglio, non porta in Aula nemmeno una mia denuncia amministrativa: ipotesi di reato che la Procura della Repubblica di Larino sta valutando.
Camilleri e i suoi amici ancora insistono su una tesi che- sottoposta come quesito alla Prefettura di Campobasso- è soccombente, alla luce della normativa di legge che regola la disposizione elettorale: “ La sentenza del Tribunale resta sospesa in pendenza del ricorso in Appello”.

Che vuole semplicemente dire che la sentenza resta sospesa dal momento in cui è in pendenza l’Appello, cioè dal momento in cui l’Appello è depositato nelle forme di legge. Il D’Aprile aveva sei mesi di tempo per proporre Appello. L’immaginifico Sindaco di Campomarino e i suoi amici, stravolgendo la legge, ancora sostengono che il D’Aprile non andava sostituito per la durata che la legge affida alla proposizione dell’Appello (cioè sei mesi per chi non si è costituito in primo grado). Al Prefetto questo lui ha chiesto ed è rimasto con le pive nel sacco. Nonostante la difesa di Ufficio del Prefetto, cui ha risposto puntualmente il nostro avvocato, anche con un comunicato stampa, questi ha sorvolato sul punto asserendo (giustamente ma strumentalmente) che avendo il D’Aprile proposto Appello il 21 settembre, il “problema non si pone più”. Invece si pone e come. Cammilleri e i suoi amici risponderanno a chi di dovere del loro colpevole atteggiamento. Una denunzia amministrativa va portata in Aula.

La sostituzione di D’Aprile era dettata dalla legge, dal 25 agosto 2009 (data della sentenza) al 21 settembre (data dell’Appello). Cianciare di voti, poi, è fuor di luogo, specie per lui e la sua lista che non si sa quanti voti validi hanno raccolto (sarà il TAR cui sono state sottoposte censure che inficiano la validità della sua lista e della sua elezione, a stabilirlo). I miei voti stanno là: a dimostrazione di cosa significhi trasparenza, lealtà e in posizione di non conflitto di interessi. Sono quelli, tutti legittimi, come hanno dimostrato gli atti. Pensi lui a difendersi nelle appropriate sedi e non si faccia scudo di una difesa di ufficio che lui aveva chiesto al Prefetto, e che lui legge male.

Antonio Saburro