TERMOLI _ A volte viene spontaneo chiedersi: ma se un servizio pubblico di trasporto, indispensabile a studenti, pendolari, professionisti, lavoratori, viene arbitrariamente soppresso e limitato negli orari da Trenitalia, Noi come Regione Molise, Province, Comuni, cittadini e utenti di cosa stiamo trattando, ormai da anni, con il suo braccio operativo e cioè con Rete Ferroviaria Italiana (RFI)?

 Sono anni che i cittadini molisani lamentano inefficienze, soppressione di tratte, servizi sostitutivi, ritardi e continuano a subire rincari per servizi scadenti. La stazione ferroviaria di Termoli esiste dal 1863, ha una media di 780.000 viaggiatori annui, è il simbolo della nostra città all’Italia in miniatura di Rimini, divide urbanisticamente Termoli, è situata nel centro cittadino e dunque facilmente raggiungibile a piedi dagli studenti universitari pendolari e dai lavoratori. Tanti sono i viaggiatori che raggiungono i binari a piedi e offre ai passeggeri, che attendono gli scambi, la possibilità di visitare il nostro centro storico. 

Nessuna delle Amministrazioni Comunali, che si sono succedute, ha negato l’utilità e la necessità del raddoppio della tratta Termoli – Lesina per un corretto e veloce collegamento della Dorsale Adriatica e portare a compimento il progetto di Alta Capacità per il trasporto su rotaia di merci e persone, offrendo un valido contributo alla riduzione dell’inquinamento da traffico veicolare e da autoarticolati. Ma nessuna delle Amministrazioni Comunali e Regionali ha voluto, o saputo, chiedere a Trenitalia e RFI l’unica condizione che la cittadinanza termolese auspicava: copertura del tracciato ferroviario cittadino per ricucire urbanisticamente Termoli, risanarla acusticamente, delocalizzare nell’area industriale la sottostazione ferroviaria e le doppie terne di elettrodotti ad alto voltaggio, e restituire il sedime di copertura del tracciato per attività o parcheggi.

Che il nostro intervento come Regione fosse indispensabile per tutelare il nostro ambiente e la nostra salute lo dimostra il fatto che il progetto presentato da RFI per il raddoppio della tratta nel nostro territorio è stato bocciato per due volte dalla Commissione di Valutazione Ambientale Nazionale, ed oggi apprendiamo due notizie che dovrebbero farci riflettere come Molisani: 1) gli incontri promossi al Ministero dei Trasporti dai parlamentari pugliesi, di tutti gli schieramenti politici, guidati dal loro Governatore, ha sortito l’effetto auspicato dalla Regione Puglia: il raddoppio si farà con lo stesso progetto di RFI bocciato al VIA di per il nostro territorio. La Puglia ha fretta, i suoi politici pure e noi molisani termolesi resteremo con la passeggiata sui binari sotto il telone di plastica disegnata con vitigni (il sottopassaggio sarà utilizzato solo per raggiungere i binari), lo sventramento sotto Viale Trieste per ricavare due piani di parcheggi a pagamento, non al Comune di Termoli, ma a RFI, barriere fonoassorbenti alte 7 metri e mezzo al centro città per risanare i 101 recettori sensibili, che non sono singoli cittadini ma abitazioni. Questo, infatti, è l’accordo sottoscritto da RFI, dall’ex Sindaco Dott. Vincenzo Greco e dall’ex Ministro On.le Antonio Di Pietro il 27/10/2006 e ratificato dal Consiglio Comunale il 9/3/2007. 2) Sono stati soppressi tutti i collegamenti serali e notturni con il Nord per gli studenti, per il lavoratori, per i pendolari, per i professionisti che raggiungevano il Nord per attività professionale.

E’ questo il preludio per trasformare Termoli da scalo ferroviario a mero cartello ferroviario? E’ così che i nostri Amministratori e il neo Ministro Passera intendono sobbarcarci dell’aumento di treni merci e passeggeri da 80 a 150 al giorno passando dalla velocità 140 km/h a 180 km/h, dunque un treno ogni 9 minuti, in nome di una modernità di cui a noi molisani, limitando o sopprimendo l’unico scalo regionale della dorsale adriatica, resterà solo il rumore e il fischio di saluto? E di questi treni, quanti faranno fermata a Termoli? Forse è il caso di imitare la Regione Puglia: unire le forze e le appartenenze politiche in nome della salute, di un progetto condiviso e dei nostri diritti e chiedere che i fondi destinati per le muraglie cinesi previste per il centro cittadino, i fondi previsti per sventrare Viale Trieste, i fondi previsti per risanare acusticamente i recettori sensibili, vengano tutti convogliati per coprire il tracciato dalla Madonnina al cavalcavia dell’Università e garantirci tutte le fermate richieste per l’unica fermata regionale della dorsale adriatica. Ecco che dal problema raddoppio, Termoli e il Molise otterrebbe una risorsa, un’opportunità su cui investire nei prossimi anni e potremo dire anche noi “Il lavoro di squadra premia il Molise”.

Per il Forum Civico di Termoli Carmela Sica

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