LARINO – Qualche riflessione è necessaria alla luce delle notifiche in queste settimane della rata a saldo della famigerata TARI, già TARES (mai applicata grazie ad un escamotage della precedente amministrazione), già TARSU… praticamente la tassa dei rifiuti. Preciso per i più sbadati che quello che si sta per ricevere a casa o lo si è da poco ricevuto è il tributo relativo sempre all’anno 2014, in aggiunta a quanto già pagato a settembre scorso; quello relativo all’anno 2015 che non sarà frammentato, arriverà per l’intero fra 5 / 6 mesi, giusto a metà tra il pagamento della prima e della seconda rata IMU TASI (altra porcata indescrivibile) di giugno e dicembre. Tornando alla TARI, sorge quindi spontanea la domanda: ma quanto ci costa questa tassa considerando che la differenziata introdotta quasi 10 anni fa doveva comportare anche benefici economici per i contribuenti? purtroppo non è stato previsto un ritorno economico per l’ente commisurato al miglioramento della raccolta differenziata! I benefici di sicuro non possono essere riscontrati nelle cartelle che oggi vengono notificate. Analizzando da vicino questo tributo, i cittadini oggi sono tenuti a corrispondere al comune l’intera spesa sostenuta per la raccolta differenziata e parte del personale del comune per una somma di oltre 6 milioni di Euro. Orbene, è stato imposto agli enti territoriali minori di adeguarsi a dei parametri in base alle varie categorie di contribuenti avendo ristretti margini di manovra per ridurre l’eccessivo onere per talune categorie e, d’altro canto, l’eccessiva riduzione per altre. Quello che non comprendo come per talune categorie fortemente penalizzate non si è provveduto a modulare verso un ribasso al minimo della tariffa. Esempi eclatanti sono quelli degli artigiani, dei ristoratori, dei gestori di bar e pizzerie, dei titolari di studi professionali, ove grosso modo la tariffa a metro quadro è, nella migliore delle ipotesi, raddoppiata, per i meno fortunati è diventata sei / sette volte più onerosa.

La logica non segue assolutamente il principio che doveva garantire chi conferisce più rifiuti (soprattutto secco residuo ed umido) deve pagare di più. Esempi eclatanti sono gli artigiani che – nonostante la crisi abbia colpito in particolar modo loro – si trovano a dover pagare un tributo quasi 5 volte più alto rispetto all’anno 2013; per non parlare degli studi ove viene prodotta solo carta e ci si ritrova a pagare oltre 4 euro a metro quadro (una vera e propria rapina…) rispetto ai meno di 2 euro a metro quadro dell’anno 2013. I privilegiati chi sono a questo punto? Guarda caso banche e capannoni industriali e per questo dobbiamo ringraziare il luminare Monti, ma questa è un’altra sventura per noi poveri uomini mortali… Torno a ribadire, così come già detto in consiglio comunale nel mio intervento in sede di approvazione del bilancio (da me ovviamente non votato favorevolmente), che amministrare bene non significa solo coprire tutte le spese in maniera matematica (altrimenti basterebbe un semplice contabile), ma razionalizzarle con la diligenza del buon padre di famiglia… cosa che anche in questo caso non è stata assolutamente fatta.

E’ troppo semplice aumentare i tributi per far quadrare i conti!!! La spesa complessiva di poco più di 5 milioni di euro è stata aumentata di diverse centinaia di migliaia di euro rispetto agli anni precedenti: sicuramente facendo leva al ribasso sulla spesa complessiva da ripartire fra i contribuenti ognuno avrebbe tratto benefici. Un’ultima considerazione è rivolta al rapporto tra il costo del tributo ed il servizio reso: Termoli continua ad essere sporca e sicuramente ciò non rappresenta un bel biglietto da visita per i turisti che giustamente scelgono altre mete per le loro vacanze. Concludendo è’ proprio il caso di dire che le scelte politiche si pagano ed anche a caro prezzo… peccato che a pagare sono sempre e solo i cittadini.

Annibale Ciarniello

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