SuorElvira
Suor Elvira Tutolo
TERMOLI – Da 16 anni vive in Africa dove ha costituito la Ong Kizito che aiuta bambini abbandonati e giovani disagiati e gestisce un centro agricolo per il reinserimento educativo e lavorativo. Suor Elvira Tutolo, 68 anni di Termoli, è missionaria della Congregazione di San Giovanna Antida Thouret a Berberati, nella Repubblica Centrafricana, ed è un punto di riferimento per la comunità locale.

Scampata più volte a incursioni armate continua a operare per recuperare bambini soldato e donne. La situazione in Centro Africa a causa dell’arrivo di gruppi armati e di una guerra durata tre anni non è delle più sicure. “La repubblica centroafricana, dopo tre anni di guerra, stenta a riprendersi e non solo – ha spiegato ancora la religiosa da Berberati -. Le conseguenze di questa crisi politico-militare hanno infranto fino alla radice il già fragile tessuto sociale. Tutto qui è considerato fattibile: violenza, accuse, giustizia popolare, furti, maledizioni, stregonerie. Non esistono piu’ valori morali ed anche tutto il positivo della cultura è andato perduto. Ancora oggi il 60% del territorio è controllato da gruppi armati rivali che si fanno la guerra”. 
Una estrema povertà dunque, qui a berberati come altrove senz’acqua, senza corrente elettrica, senza strade e la contraddizione è scioccante di fronte alle enormi ricchezze del Paese dove ci sono miniere di diamanti ed altre pietre preziose. Tutte le frontiere sono come un colabrodo – ha detto ancora Suor Elvira che spiega la difficile situazione politica ed economica in cui opera. Tutti possono entrare indisturbati. In tali situazioni, chi paga di più il prezzo sono i più piccoli: tanti bambini-ragazzi e ragazze sono entrati a far parte delle successive bande armate: prima i Seleka (gruppi armati di Paesi vicini) e poi gli Antibalaka (gruppi che combattono i Seleka). Il brutto ritornello che ripetono quando li incontriamo è unanime: sono entrato negli Antibalaka  per vendicare papà e mamma uccisi davanti ai miei occhi dai Seleka. Concretamente, dunque, sono tornati a sopravvivere sulla strada portandosi dentro una esperienza traumatizzante grave”. 

La missionaria termolese, da Berberati, racconta la sua esperienza dal momento del suo arrivo e le motivazioni dell’istituzione della Ong Kizito. Siamo nati nel 2002 quando sono arrivata a Berberati e nominata dal Vescovo Direttrice di un Centro Culturale – ha aggiunto -. Insieme a dei collaboratori ho cominciato ad uscire la notte, momento propizio per incontrare i bambini che dormivano per terra davanti ad un magazzino o sui tavoli sporchi del mercato. Abbiamo fatto amicizia, invitati a venire al centro Culturale per giocare, vedere un film, ritrovarsi per raccontare le loro storie di vita. I miei primi collaboratori erano dei giovani papà che hanno vissuto con me questa prima esperienza. Ho proposto a questi giovani di invitare le loro giovani mogli a venire al Centro Culturale per una Formazione. Dopo un anno, due coppie si sono rese disponibili per cominciare ad accogliere dei bambini. Prima 4 Coppie, poi 6, poi 8, poi 10  fino ad arrivare a trenta con ¾ bambini accolti. I primi piccoli accolti sono diventati grandi, 19/20 anni. Di tutti, 8 sono in diverse facoltà universitarie a Bangui, la capitale, altri 5 terminano il Liceo quest’anno, altri hanno imparato un mestiere(falegname, meccanico, calzolaio) e tutti, proprio TUTTI, hanno due ettari di terra coltivabile. I piu piccoli sono alle elementari o Medie o Liceo. In totale sono 120 oltre  ai figli naturali di questi genitori. Complessivamente arriviamo a 250 persone. Cinque sono già giovani coppie che si rendono disponibili all’accoglienza. Questo è davvero segno di vita che continua”.

Nonostante la carenza di fondi ed i tanti problemi quotidiani, Suor Elvira non si arrende. “Proprio alcuni giorni fa ho saputo che abbiamo ricevuto il finanziamento dall’ambasciata di Francia in un progetto di soli sei mesi: potremo accogliere 25 ragazzi usciti dalle bande armate al Centro Agricolo e 10 ragazze al Centro di formazione femminile gestito qui a Berberati da noi suore della Carità di Sta Giovanna Antida Thouret.  Sono ragazzi e ragazze molto feriti: hanno ferito e ucciso persone con il machete, si portano dentro tanto odio. Riusciremo ad aiutarli almeno un po’? 

Mi chiedo dopo questi sei mesi quale prospettiva concreta di vita per ciascuno di loro? Continuiamo a credere nella Provvidenza. Sappiamo di essere  come una goccia nell’oceano ma questa goccia non puo’ mancare e con papa Francesco ci sentiamo ripetere :…non lasciatevi RUBARE la Speranza….”.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa

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