Il Comune di Termoli ciò ha fatto con la delibera di Consiglio Comunale n° 23 del 30.06.2010.In particolare per la edilizia convenzionata ha previsto la possibilità di edificare in una fascia di 250 m dal perimetro del P.R.G. vigente. Nel rispetto della Legge Nazionale e Regionale il compito del Comune di Termoli doveva essere ultimato. Doveva avviarsi la fase successiva dell’esame delle varie proposte formulate dai cittadini, dalle società e cooperative. Ed invece, il Comune di Termoli, con delibera di Consiglio Comunale n°41 del 19.08.2010 emanava “le linee guida programmatiche per la disciplina degli interventi urbanistici riferiti alla Legge 30/2009” che, per quanto riguarda l’edilizia sociale in zona agricola, riconfermava la delimitazione e l’indice fondiario, ma imponeva, in riferimento a tutti gli altri indici, il rispetto di quelli della zona (agricola). Conclusione: in tali zone nonostante le Leggi (Nazionale e Regionale) non è possibile edificare. E così, grazie all’operato di questa Amministrazione dopo due anni e nove mesi ci si accorge che quelle MISURE URGENTI per rilanciare l’economia e per rispondere ai bisogni abitativi delle famiglie non sono applicabili a Termoli dopo aver provocato alle imprese ed alle cooperative perdita di tempo e di risorse economiche. E’ evidente che, a fronte di tali comportamenti le ipotesi non possono essere che due: Questa Amministrazione ha coscientemente approvato le linee guida e programmatiche per evitare che a Termoli si realizzasse la edificazione sociale così come previsto dalla Legge Nazionale e Regionale. Si ipotizzerebbe in tal caso il dolo e quindi l’obbligo del risarcimento nei confronti delle imprese di costruzione e delle cooperative; L’ Amministrazione Comunale ha approvato con leggerezza le linee guida preparate da qualche tecnico “esperto della materia”.
Sembrerebbe un errore in buona fede anche se , dal documento dei Popolari e Liberali – “Il Fallimento del Piano Casa” – consegnato alla stampa ed a tutti gli Amministratori Comunali, nel Luglio del 2011 si evince che tale errore poteva e doveva essere corretto con la adozione di una nuova Delibera di Consiglio. Ciò non è stato fatto. Come già ipotizzato dal gruppo Popolari e Liberali nel Convegno tenuto a Termoli nel 2009, dopo l’approvazione della Legge n° 30/2009, di questa Legge, ci resta la gratuita sanatoria per i cambi di destinazione da ricettiva e di ristoro a residenze che non solo non ha portato benefici in termini di lavoro per l’auspicata ripresa del settore edilizio, ma ha anche causato la perdita di posti di lavoro nel settore turistico e non solo, fungendo altresì da stimolo per ulteriori e nuovi abusi edilizi nella certezza che ci sarà sempre una Legge per sanarli.