myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623

CAMPOBASSO _ Prosegue positivamente, nell’ambito delle istituzioni dell’Unione europea, l’iter dell’esposto presentato nella primavera scorsa dal WWF Molise in collaborazione con la Rete delle associazioni e dei comitati contro l’eolico selvaggio. Infatti negli ultimi giorni, la Commissione per le Petizioni ha comunicato ufficialmente che, a norma del regolamento del Parlamento europeo, tutte le questioni sollevate dal WWF Molise sono ricevibili e ha chiesto alla Commissione europea di svolgere un’indagine preliminare sui vari aspetti del problema. Si ricorda che,con la suddetta petizione, il WWF Molise sollevava una serie di questioni legate alla proliferazione degli impianti eolici sul territorio regionale:

1. Sulle potenziali 5000 torri eoliche in una regione che misura 4000 Km quadrati
2. Sullo stravolgimento di importanti aree archeologiche e naturalistiche 3. Su come si conciliasse questa “politica energetica” con l’art. 9 della Costituzione Italiana, che recita: “la Repubblica Italiana tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”
4. In definitiva sulle logiche della “politica ambientale” regionale, in raffronto con le linee europee di salvaguardia della biodiversità, nonché quali strumenti utilizzare per arrestare questo assalto all’interno e all’esterno delle aree di pertinenza della Rete Natura 2000.

La notizia dell’indagine della Commissione europea sulla situazione dell’eolico in Molise, riveste inoltre ancora più importanza, attualità ed urgenza, dopo le recenti sentenze del TAR Molise che hanno annullato i provvedimenti assunti dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali e Ambientali del Molise e le ultime autorizzazioni per l’installazione di n. 22 aerogeneratori nel territorio dei comuni di San Giuliano di Puglia, Santa Croce di Magliano e Rotello, localizzati in aree tratturali sottoposte a vincolo dal competente Ministero dei Beni Culturali, e più in generale al confine con la ZPS- Zona di Protezione Speciale dei Monti della Daunia e al confine con il SIC del “Vallone Santa Maria”; Siti inseriti nella Rete “Natura 2000” creata dall’Unione Europea proprio per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie.

Articolo precedenteScopriTermoli: al via la 7ma edizione della gara podistica
Articolo successivoE’ passato un anno dall’Operazione Open Gates. La Procura si appresta a chiudere indagini