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Giovanni Paolo II
TERMOLI _ In occasione del quinto anniversario della scomparsa di Giovanni Paolo II, il Presidente della Regione, Michele Iorio, ha dichiarato: “Non arrendetevi di fronte ai gravi problemi del momento e non rinunciate a progettare il vostro futuro”. Queste parole, pronunciate da Giovanni Paolo II ad Agnone, riecheggiano con la loro straordinaria eloquenza nella mia memoria e in quella di tutti coloro che ebbero il privilegio di accoglierlo nella sua visita pastorale in Molise del 1995. Quell’incoraggiamento, proveniente da una personalità eccezionale e al di fuori di ogni schema, spronò la nostra regione a superare un momento molto delicato e denso di incognite. Oggi, nel cuore di una crisi mondiale che non ha risparmiato neanche il Molise, dobbiamo ripartire da quell’incipit.

A cinque anni dalla sua morte quel “non abbiate paura”, pronunciato agli albori del suo Pontificato, deve rassicurare i tanti disoccupati, i molti cassintegrati e tutti coloro i quali dovendo combatte il dramma della malattia, il disagio sociale, la solitudine e le problematiche economico-finanziarie delle famiglie che ospitano anziani e diversamente abili. Oggi vale più che mai quell’autorevole invito rivolto a tutti e a ciascuno a non abbattersi e dare il proprio contributo per costruire un futuro migliore. La visita pastorale di questo “gigante della storia” ha lasciato tracce indelebili nella memoria del nostro popolo. Come dimenticare quel richiamo a far si che “il lavoro deve contribuire allo sviluppo dell’uomo e non al soffocamento servile della sua dignità”.

Come non far propria quella parte del discorso pronunciato alla posa della prima pietra del Centro di Alta Specializzazione in Scienze Biomediche della Cattolica a Campobasso, quando il Pontefice evidenzia che “esistono nella vita delle fasi e condizioni nelle quali l’uomo e la donna non sono in grado di intendere, di volere e di operare autonomamente, ma non per questo essi cessano di essere persone. Il Centro che qui nasce vuole porsi appunto al servizio della persona umana, colta nella sua verità integrale e nella concretezza delle sue situazioni esistenziali”. Per quanto mi riguarda mi sono confrontato tante volte con questi richiami del Papa ad attuare politiche del lavoro e della salute capaci di raccogliere e salvaguardare in pieno la dignità della persona e il suo diritto ad un lavoro confacente alle proprie aspettative. Sfide importanti ed impegnative che dovevano allora, debbono oggi, dovranno domani, appartenere a tutto il mondo della politica e dell’economia”.

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