ISERNIA _ L’unità d’Italia, conquista irrinunciabile, è minacciata da strane idee che vorrebbero un federalismo aggressivo o peggio un’Italia a due velocità. Parte cosi la riflessione di Candido Paglione, esponente del Partito Democratico, su un tema attuale e di grande importanza che, proprio in questi giorni ha richiamato l’attenzione di amministratori locali – su tutti il sindaco di Riccia Micaela Fanelli – e di importanti esponenti della Chiesa, come il cardinale Bagnasco. È solo di qualche giorno fa, invece, la presa di posizione dello stesso Paglione sul tema della buona Governance che l’esponente del Pd vede realizzata solo se coniugata con un federalismo che sia davvero solidale e che rafforzi e non indebolisca l’unità nazionale.
E che, aggiunge oggi Paglione “Deve esplicitamente salvaguardare le piccole realtà, soprattutto delle aree interne, come giustamente ricordava il sindaco di Riccia Micaela Fanelli. Servono cioè – dice l’ex assessore regionale – strumenti che garantiscano la perequazione finanziaria adeguata partendo dal concetto che le aree interne sono le depositarie del patrimonio ambientale e naturale della nazione. Risorse come l’acqua vanno non solo giustamente salvaguardate ma incentivate e distribuite equamente: in altre parole se federalismo deve esserci, non può essere solo fiscale ma deve essere anche ambientale, con il riconoscimento alle popolazioni montane del ruolo di tutela e di salvaguardia delle risorse ambientali, come l’acqua, appunto, di cui beneficia tutto il Paese.
Per questo è necessario analizzare in modo serio e senza superficialità tutte le questioni legate alla determinazione degli obiettivi, dei costi e dei fabbisogni per garantire l’imparzialità dell’azione pubblica. Solo così si potranno attuare le necessarie perequazioni e garantire l’accesso ai diritti fondamentali in maniera uguale per tutti i cittadini di tutte le aree del Paese.
Altrimenti – conclude Paglione – si rischia di commettere una clamorosa ingiustizia come, purtroppo, si comincia ad intravedere con il taglio netto – fino al 50% – dei trasferimenti statali ai piccoli comuni. In queste condizioni c’è poco da stare allegri e il prossimo anno corriamo il rischio di festeggiare il 150 esimo dell’Unità d’Italia con un Paese, paradossalmente, meno unito e anche più ingiusto”.
Del resto che nell’attuazione del federalismo si debba avere una particolare attenzione ai temi della solidarietà, intesa in senso ampio, lo ha ricordato solo ieri autorevolmente lo stesso presidente della CEI Bagnasco quando, richiamando i valori dello stare insieme e del cemento sociale ha detto che “nel terreno fertile dello ‘stare insieme’ si impianta anche un federalismo veramente solidale: uno stare insieme positivo che non è il trovarsi accanto selezionando gli uni o gli altri in modo interessato, ma che è fatto di stima e rispetto, di simpatia, di giustizia, di attenzione operosa e solidale verso tutti, in particolare verso chi è più povero, debole e indifeso”.