myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623

TERMOLI _ L’accordo alla Fiat di Mirafiori a Torino è passato: hanno vinto i si. Così come era già accaduto a Pomigliano anche a Torino ha prevalso la volontà da parte dei metalmeccanici di conservare il proprio posto di lavoro,la prospettiva che l’investimento di un miliardo di euro da parte della fiat fosse indirizzato verso stabilimenti esteri con il rischio di chiusura di quelli italiani non ha lasciato via di uscita a quei lavoratori .

Quello che è successo a Mirafiori sicuramente avrà ripercussioni su tutti gli stabilimenti della galassia fiat compreso quello di Termoli che ha fondamentale importanza per la vita di tutti i cittadini che vivono nel bassomolise e non solo per i lavoratori del sito produttivo. Per l’attività produttiva di breve termine la notizia del recepimento da parte dei lavoratori dell’accordo è sicuramente una notizia positiva in quanto le produzioni poste in essere richiederanno un supporto produttivo di componentistica motoristica e di carrozzeria che porterà vantaggi per lo stabilimento fiat di Termoli. La FIOM HA SVOLTO CORRETTAMENTE IL SUO RUOLO ISTITUZIONALE DI DIFESA DEI LAVORATORI MA E’ MANCATO IL RUOLO PROPRIO DELLA POLITICA CHE AVEVA IL DOVERE DI INTERVENIRE PER RENDERE COMPETITIVO L’INVESTIMENTO DELLA FIAT come avviene in molte nazioni ,invece si è preferito in questi tempi di crisi economica vendere i diritti e la dignità dei lavoratori scaricando la propria responsabilità di tutela sociale.

Come non si può capire che quello che è successo a Mirafiori inciderà negativamente sulla vita sociale di tutti gli italiani e non solo dei dipendenti FIAT ,in particolare della classe media, per almeno i prossimi trent’anni . Il mondo finanziario e politico occidentale ha pagato lo scotto di una programmazione miope legata ai facili quanto vaqui guadagni basati sulla truffa “legalizzata” strumentalizzando le leggi economiche liberiste ritenute fino a quel momento perfette e si è aperto il passo alla bolla speculativa scoppiata nel settembre 2008 facendo precipitare l’intero pianeta nella più profonda crisi economica dal ’29 ad oggi.

La globalizzazione adesso presenta il salato costo sociale ,di quelle sfrenate speculazioni ,che l’occidente deve adesso pagare per l’assenza di regole planetarie e transnazionali di tutela dei diritti dei lavoratori sacrificati allo sfrenato consumismo del nostro mondo. I temi sociali sulla dignità dei lavoratori che appaiono anacronistici e demagogici, specie in uno scenario di crisi economica così profonda, in realtà non sono il retagio di superate tematiche di lotta sindacale della prima rivoluzione industriale o delle grandi conquiste di dignità del dopoguerra ma sono alla base dell’attuale e diffuso benessere sociale degli italiani che ancora oggi trovano la loro ragione di esistere ,temi che sono minati alle fondamenta dalla strategia ricattatoria che la fiat ha posto alla base della contrattazione nei contratti di Mirafiori , Pomigliano e Termini Imerese. o tradotto in termini pratici la fiat non ha proposto alcun accordo ma ha semplicemente richiesto l’avvallo di un contratto predefinito che avrebbe potuto a questo punto applicare anche senza alcuna comunicazione : insomma soldi in cambio della dignità .

Il sottoscritto quale sindacalista non fondamentalista di lungo corso spero che l’accoro di tutti i media che inneggiano alla necessità di accettare questo accordo per salvare i posti di lavoro abbia lasciato ancora qualcuno non contaminato da questo imbonimento di regime (economico e forse politico) trasmettendo il concetto che Marchionne abbia operato la scelta di proporre quel contratto e considerarlo necessario prima di iniziare la produzione a Mirafiori del SUV di lusso solo per motivi di esigenze produttive legate alla competitività e alla volontà di tutelare l’occupazione in Italia. Invece esprimo la mia piena convinzione che l’investimento in Italia alla fiat convenga e se non ci fossero i presupposti della competitività non avrebbe perso un minuto ad andare a produrre auto altrove.

Come sia possibile pensare che una multinazionale quotata in borsa come FIAT facesse una proposta di produrre in Italia per patriottismo se non avesse invece la certezza delle capacità delle maestranze e l’adeguatezza dell’apparato industriale idoneo alla realizzazione del piano industriale messo in campo dal suo AD ( amministratore delegato) in altre parole bisogna capire che la scelta di produrre a Mirafiori conviene alla FIAT anche se ha ostentato sicurezza nel far credere il contrario, cioè il gruppo torinese ha ancora bisogno di produrre in Italia altrimenti avrebbe già dislocato in altri paesi le produzioni senza pensarci due volte. Infatti il nuovo assetto societario internazionale di FIAT e FIAT IND. probabilmente non potrà garantire in futuro nè la stabilità del management né il controllo dei vertici aziendali attualmente in capo alla EXOR controllata dalla accomandita della famiglia Agnelli ed ancor meno potrà garantire l’italianità dell’azienda torinese per effetto della diluizione del capitale azionario.

Quindi al gruppo Fiat sicuramente sarà utile sottoscrivere l’accordo di Mirafiori ma è evidente che si è rotto un matrimonio con la classe dei lavoratori fondato sul vincolo dell’amore , del rispetto reciproco,della solidarietà sociale con una equa distribuzione dei redditi e si è attuata una separazione in casa con mantenimento, in attesa di un divorzio definitivo il tutto celebrato da una classe politica che ancora una volta non ha capito l’importanza epocale di questo accordo per l’Italia che in realtà potrebbe sancire la fine della classe media ad esistere ,aprendo le porte al concreto rischio del ritorno al caporalato in forma moderna ,precariato, agenzie interinali, co-co-co,coco-pro etc, dove è solo il “padrone” a dettare le regole e potrebbe tornare lo spettro delle lotte sociali violente e terroristiche.

E meno male che esiste la FIOM che ha giocato il ruolo di libero interlocutore istituzionale che se pur ha perso la battaglia elettorale, sicuramente ha difeso i fondamentali valori della dignità dei lavoratori e comprendendone l’importanza molto più grave che andava ben oltre il semplice contratto di Mirafiori. ORA DEVE ACCETTARE IL verdetto elettorale e non rinunciare a PARTECIPARE al consiglio di fabbrica per il bene di tutti gli operai che hanno dovuto cedere al ricatto. Insomma ciò che è accaduto alla fiat inciderà sulla vita di tutti i cittadini italiani ed avrà una importanza politica e sociale di capitale e storica importanza.

Giancarlo totaro – sindacalista medico