Gli esecutori hanno fatto tutto con estrema semplicità, suonando all’unisono, ma facendo emergere le singole individualità. Ha sorpreso e trascinato il pubblico soprattutto la voglia messa dai maestri di fare musica senza risparmiarsi, di dare ai molti intervenuti qualcosa di più che andasse oltre il rispetto dell’impegno contrattuale. Questa sensazione è andata via via crescendo: il tempo trascorreva con leggerezza, senza il peso di un inizio e di una fine.
Un concerto quasi “sospeso” nel tempo e una musica emozionante e nello stesso tempo cerebrale. Una sintesi perfetta tra rigore, che è obbedienza allo spartito, ed emozione, che è disobbedienza allo spartito. Eppure i brani scelti (Prokfiev, Albright, Alard) erano belli ma poco conosciuti e soprattutto di non facile comprensione. Ma tutto veniva reso dal Duo Askin- Can con tale facilità e bravura, che è stato facile sentire e capire. Un plauso agli organizzatori e soprattutto al maestro Pino Nese che ha sempre creduto alla possibilità di creare e portare a Termoli qualcosa di unico e di speciale; un esempio di sprovincializzazione culturale della quale si avverte il bisogno.