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Giuseppe Astore
ROMA _ Signor Presidente, come lei sa, oggi, con molta amarezza, ma con determinazione, ho inviato una comunicazione alla Presidenza circa la mia decisione di passare dal Gruppo dell’Italia dei Valori al Gruppo Misto. Ci sono momenti nella vita di tutti noi, di un politico in particolare, in cui bisogna prendere il coraggio a quattro mani, portando fino in fondo le proprie scelte: questo è uno di quelli. Vorrei ricordare ai presenti – lo dico per quelli che sorridono – che già nel 2000, quando ci fu il primo ribaltone in Molise per cui il Parlamento fu costretto ad intervenire, sono stato l’unico “popolare” rimasto al suo posto nel centrosinistra, anche senza sedia; poi non mi ricandidai per coerenza. Quella di oggi è veramente una scelta sofferta perché, quando nel 2004, dopo il terremoto nella mia terra, colui che mi aveva richiamato a fare politica, Di Pietro, mi aveva trasmesso nuovamente l’entusiasmo di poter contribuire ad un cambiamento nella politica, innanzitutto nella mia Regione, con l’illusione di poter cambiare la politica anche nel centrosinistra. Così non è stato.

All’interno del mio Gruppo ho notato alcune contraddizioni e alcuni vecchi vizi e liturgie che appartengono a tutti i partiti storici; pertanto, alla fine, guardando in faccia la realtà, ho ritenuto che fosse meglio uscire e ricominciare da capo una battaglia per il cambiamento della politica. Credo che queste riflessioni dovremmo farle assolutamente tutti e non vorrei che qualcuno sorridesse o non capisse il mio dramma. Ringrazio tutti i colleghi e quanti mi hanno ridato entusiasmo nella vita politica, ma penso che la politica debba avere alcuni obiettivi, primo fra tutti il rinnovamento, certamente non solo generazionale, ma anche nei metodi: questo è un obbligo per tutti.

Ecco perché nel Gruppo Misto oggi, nel rispetto assoluto dei colleghi, che ringrazio per la stima e l’amicizia che mi hanno dato, spero di poter lavorare nell’interesse della nostra comunità e della mia comunità regionale, con un unico discrimine però: sono nato cattolico popolare e come tale credo che dovrò continuare e infine morirò in politica, perché credo che la coerenza della storia dei cattolici nel recinto di un centrosinistra sia pure modificato ed allargato, sia la mia dichiarazione di appartenenza. Oggi nel Gruppo Misto con questo recinto, domani chissà, con una forza politica nuova che mi possa permettere, ancora più di adesso, di portare avanti il mio discorso politico.

                                                                                                                                                               Giuseppe Astore

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