Il Molise continua ad essere terra di conquista e di saccheggio. Il giorno dopo l’accordo d’intesa fra Francia e Italia sull’energia atomica , trapela la notizia che Termoli sarà uno dei 4 siti di costruzione di centrali nucleari in Italia. Ci avevano già provato nel 1978 e un grande movimento di massa ha sconfitto l’ipotesi di costruzione di una centrale nucleare in agro di Ramitelli a Campomarino. Un ritorno al nucleare è scientificamente inconsistente, molto costoso e contraddice gli impegni europei e il referendum popolare del 1987. L’energia nucleare non è né abbondante né pulita perché dosi comunque piccole di radiazioni, sommandosi al fondo naturale di radioattività, possono causare eventi sanitari gravi (tumori, leucemie, effetti sulle generazioni future) ai lavoratori e alle popolazioni. Il governo dimentica inoltre di dire come eventualmente risolverà il problema delle scorie radioattive e mente quando parla di risparmi, perché l’energia nucleare non è a basso costo: la complessità del ciclo del combustibile, i dispositivi sempre più impegnativi per mitigare l’impatto sanitario degli impianti, sono alla base della lievitazione del costo dell’energia prodotta e della situazione di stallo nei Paesi più avanzati, che pure avevano perseguito con decisione nel passato questa produzione di energia anche per l’intreccio essenziale con la produzione degli armamenti nucleari.

Serve invece il rispetto della democrazia (si pensi alla scelta referendaria del 1987) e della salute dei cittadini ed è necessario optare per una politica energetica che si fondi sulle rinnovabili, energie pulite da cui potranno scaturire anche nuove possibilità occupazionali. Occorre mobilitarsi e agire subito. Domani potrà essere già troppo tardi.

Comitato Politico Nazionale del PRC
Italo Di Sabato 
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