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TERMOLI – E pur si muove! Con questa leggendaria frase mormorata tra i denti e pronunciata dopo l’abiura della teoria eliocentrica copernicana, secondo la ricostruzione postuma del Baretti, si chiude il processo per eresia allo scienziato Galileo Galilei tenutosi a Roma dinnanzi al tribunale del Sant’Uffizio il 22 giugno 1633. Con la condanna a Galileo, la Chiesa confermava l’allora vigente teoria aristotelica-tolemaica contro l’esecrabile rivoluzione copernicana che pretendeva di sovvertire l’ordine del cosmo voluto da Dio e di sostituire al centro del Creato la Terra con il Sole. Col tempo divenne evidente che il vero nemico di Galileo fu rappresentato dalla Chiesa cattolica apostolica romana, dall’intolleranza degli inquisitori e dai pregiudizi del senso comune, che spesso inducono a ritenere reale qualunque apparenza.

Egli fu inquisito (e mai termine fu più azzeccato) e condannato perché la sua teoria eliocentrica avrebbe spazzato via per sempre una idea, un principio, la concezione dell’uomo, del mondo e dell’universo, in vigore da 2000 anni per mezzo della Chiesa cattolica apostolica romana che era elemento centrale e radicato nella cultura e nella condizione esistenziale dell’uomo di allora. Inoltre, l’Umanista Castellion definiva i pregiudizi del senso comune, impedimenta sensuum corporis extra hominem, ovvero gli errori dei sensi, illusioni che ci fanno cadere in errore come quando osservando un bastone dritto posto nell’acqua ci sembra spezzato, oppure alle montagne che viste da lontano ci appaiono poco alte, per non parlare delle stelle che, pur muovendosi rapidamente sono così distanti da noi che sembrano immobili come pietre.

La Chiesa difese il sistema geocentrico per due secoli, fino alla concessione dell’imprimatur alla pubblicazione del testo “Elementi di ottica e astronomia” di Giuseppe Settele, un canonico dell’epoca. Tale opera riconobbe la COMPATIBILITÀ della teoria copernicana con la dottrina Cristiana. Evento storico. Poi, solo con Giovanni Paolo II, nel 1992 la figura di Galileo Galilei venne riabilitata dalla Chiesa che cancellò la condanna per eresia definendola “ingiusta”; appena tre secoli e mezzo per giungere a tale decisione. In soccorso alla verità parteciparono un giusto uso della ragione e le scoperte della scienza applicate alla tecnologia.

Come mezzo millennio fa sono i pregiudizi del senso comune che non fanno vedere a Saverio Pangloss Metere, termolese milanese tolemaico poeta, saggista, narratore, scrittore, ingegnere, architetto, esperto di tunnel, del piano del traffico con annessi parcheggi e, last but not least, politologo che sul pianeta Termoli c’è vita. Se avesse utilizzato con più saggezza il suo naso avrebbe inforcato dei buoni occhiali che gli avrebbero consentito di vedere con nitidezza che quelle che da Milano sembrano pietre sono 250 cittadini rappresentanti di diverse realtà cittadine e politiche che hanno sottoscritto la costituzione dei comitati “partecipaTErmoli” e “Termoli Decide”.

Si sarebbe accorto che tra i Comitati e il Movimento5Stelle Termoli non vi è alcuna commistione e che il Movimento5Stelle, sia termolese che regionale, alla stessa misura del Comitato Civico Termolese, del Guerriero Sannita, di Possibile, della minoranza interna al PD, del NCD di Di Brino e Zaami, di Azione civica Molise di Michele Marone, di Libera Termoli di Paolo Marinucci, di Antonio Di Pietro, di Remo Di Giandomenico, di Annibale Ciarniello dei Popolari per Termoli, ha aderito alla nobile battaglia per l’indizione del referendum, e che i quesiti sono solo accidentali, non necessari, all’essenza referendaria.
E con un po’ più di attenzione avrebbe ravvisato financo il vero valore del due di coppe e scoperto che senza questa carta la partita non si può proprio giocare.

Come tutti i Pangloss anche Metere crede di vivere nel migliore dei mondi possibili e tutto il resto è paurosamente impensabile, ma non c’è da meravigliarsi, probabilmente è così annebbiato dal freddo smog meneghino che non riesce a vedere più lontano del proprio ego. Ma non disperi “con l’andar del tempo, le società imparano a rettificare le loro idee, e gli uomini apprendono a pensare”, parola di Voltaire.

Movimento 5 Stelle Termoli

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1 commento

  1. pangloss
    Non rispondo ad anonimi-astrologhi che si nascondono dietro un movimento politico fuori i nomi e vi risponderò volentieri. Per il momento beccatevi questo sonetto: L’ANONEME

    Ca’ còcce cóm’i struzze ‘ssót’a rène
    pònne dice béne o mále a tutte quande
    so’ prónte a cretecá…sonn’importande!
    A me, in veritá, me fanne péne.

    ‘A còcce ha tènne, sci…ma ‘hé vacande
    fanne de tutte pe’ stá ‘ssòp’a scéne
    giudizje a bòtta-calle, sènza fréne
    hanna rómpe i…cóse a tutte quande.

    Sono “gli anonimi” dei “siti” a cacce!
    Sanne scrive in italiáne a malapéne
    So’ lecca-cule ca ne tènne facce.

    Ce firmáne Vasselucce o Robespièrre.
    E tènne l’ómértá pe’ réligióne:
    mafjuse e ruffjáne…sènza nóme!